L’agente argentina Celeste Ayala è divenuta famosa in tutto il mondo per una foto in cui allatta il figlio neonato di una donna appena arrestata.
Ci sono gesti nella vita di tutti i giorni che nella loro semplicità hanno una scintilla di divino, a questa categoria appartiene quello compiuto dalla poliziotta argentina Celeste Ayala in un ospedale di Buenos Aires. Celeste si trovava lì per il turno di guardia all’ospedale Suor Maria Ludovica, in quel momento si trovavano in corsia i figli (sei) di una donna appena arrestata tra cui un neonato che erano appena stati affidati alle cure del personale medico, in vista dell’interessamento dei servizi sociali e della successiva adozione. Il piccolo si trovava in un lettino, piangeva e si mordeva la piccola mano, segno che il pianto era dovuto ai crampi della fame. Celeste allora ha chiesto al personale di poterlo prendere in braccio ed allattare, la foto in questione riprende proprio quel gesto di altruismo e carità.
Poliziotta allatta figlio di una donna arrestata, la foto diventa virale
Mentre Celeste si occupava del piccolo come se fosse sua figlia (l’agente è diventata madre da poco), la sua collega non ha resistito e le ha scattato una foto per poi metterla su Instagram con la seguente frase a corredo: “Umanità #Celeste Ayala”. In un post successivo dell’agente si legge: “Voglio rendere pubblico questo grande gesto d’amore che hai fatto oggi con quel bambino. Senza conoscerlo non hai esitato e per un attimo hai agito come se fossi sua madre, senza curarti della sporcizia e dell’odore come facevano invece i professionisti dell’ospedale”.
In poche ore lo scatto è diventato virale e la poliziotta è stata raggiunta da migliaia di messaggi di congratulazioni a cui si è aggiunta una convocazione dal sindaco della città dove era presente anche il capo della polizia di BA. I due l’hanno ringraziata per il suo gesto e poi le hanno offerto una promozione. Intervistata dai media locali Celeste ha dichiarato di averlo fatto perché emozionalmente coinvolta dalla situazione: “Ho notato che era affamato, si stava mettendo la mano in bocca, quindi ho chiesto di poterlo abbracciare e allattarlo al seno. Mi ha spezzato l’anima vederlo così”.
Luca Scapatello