Per quale motivo la fiaccola benedettina è stata portata ad Aushwitz?
Per ricordare le vittime del nazismo durante la Seconda guerra mondiale in occasione del 75° anniversario dalla fine del conflitto.
La fiaccola benedettina entra per la prima volta nel campo di concentramento di Aushwitz
In occasione del 75° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, le delegazioni dei comuni di Subiaco, Norcia e Cassino sono entrare nel campo di concentramento di Aushwitz (Polonia) in memoria delle vittime e a costante monito della ferocia a cui l’uomo può arrivare. Insieme alle delegazioni comunali c’erano anche quelle dei monaci benedettini che hanno attraversato il campo di concentramento e le stanze in cui sono avvenute tante atrocità con la fiaccola benedettina accesa, in segno di pace e unione, valori di cui era portatore San Benedetto e che preserveranno l’Europa dall’arrivare a toccare nuovamente simili vette di crudeltà.
Molto toccato dall’iniziativa e dalla visita il sindaco di Norcia. Nicola Alemanno ha descritto come “Un emozione intensa” l’aver varcato la porta e le strade di Aushwitz con la torcia accesa, quindi ha evidenziato come la presenza delle delegazioni in quel luogo di sofferenza fosse un modo per pronunciare con vigore il messaggio di Benedetto all’Europa: porre al centro di tutto la dignità e la centralità della persona. Il primo cittadino ha poi concluso dichiarando a ‘Vatican News‘: “E’ stata un’esperienza che ricorderemo per tutta la vita, legata ancora una volta ad una missione importante per la fiaccola ‘Pro Pace et Europa Una’”.
La celebrazione eucaristica congiunta dei Santi Venceslao e Stanislao
Il giorno seguente, domenica 3 marzo, l’arcivescovo di Norcia Renato Boccardo, l’abate di Montecassino Donato Ogliardi ed il vescovo emerito di Cracovia Jan Zaiac hanno tenuto una celebrazione eucaristica in onore dei santi Venceslao e Stanislao nella Cattedrale di Cracovia. In quella occasione il vescovo polacco ci ha tenuto a ribadire il concetto di pace e armonia di cui è portatore San Benedetto e sul quale si è fondata l’unità dell’Europa, valori da cui il nostro continente non può prescindere se si vuole mantenere la serenità tra gli stati: “Vorremmo che da qui risuonasse il messaggio di Benedetto per l’Europa: senza anima non c’è futuro. Riscoprire le radici più autentiche dell’Europa che mettono al centro l’uomo, la pace e l’unione e non muri da innalzare”.
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Luca Scapatello
Fonte: Vatican News