Un grido di aiuto è quello che si alza corale dal quartiere di Ponticelli della città di Napoli. La richiesta di pace e di tranquillità contro gli spari della camorra.
L’iniziativa per la pace vede scendere in campo la Chiesa guidata, non solo dai sacerdoti, ma anche e soprattutto dal loro Arcivescovo che, mai come in questi momenti, è vicino al dolore ed alla sofferenza della gente.
Ponticelli, periferia Est di Napoli, si riunisce in preghiera, insieme a Monsignor Battaglia, per chiedere la pace per il proprio territorio, nel pieno delle faide di camorra.
Ponticelli, una pace necessaria
Un momento di preghiera e di spiritualità molto forte è quello che si appresta a vivere il quartiere di Ponticelli, periferia Est di Napoli. Un territorio tristemente noto alle cronache per i soli fatti di camorra, ma che in realtà è tutta un’altra storia. Colpi di pistola e faide di camorra che da anni insanguinano questo territorio, non possono e non devono far tacere la voce di tantissime altre persone, la stragrande maggioranza, che qui ci vive da sempre ed è stanca di sottostare a tutto questo.
Un grido forte d’aiuto si alza a Dio che, di certo, ascolterà la preghiera di questi suoi figli, non permettendo mai che il male prevalga su di essi. E, proprio per dire NO a tutto ciò che nuovamente sta “accendendo” il quartiere, la Chiesa scende in campo con un’iniziativa concreta, atta proprio a sensibilizzare tutti, anche i più lontani.
E non lo farà da sola, lo farà insieme a tutti i sacerdoti del territorio e, anche, al proprio Arcivescovo, Monsignor Battaglia. “#Dio è più forte del male”: questo è il titolo della giornata di digiuno e preghiera, per chiedere a Dio il dono della pace per il quartiere, indetta per venerdì 17 marzo.
Pregare insieme, venerdì, con l’Arcivescovo
Nel pieno del cammino di Quaresima, è stato scelto proprio il venerdì, il giorno della Passione di Gesù per pregare ancora più intensamente. Quando pensiamo alla pace, la ricolleghiamo subito ai teatri di guerra, dove si combatte con le bombe, con i carri armati e con i fucili. Ma non è così: la guerra è accanto a noi, nel territorio dove viviamo, e Ponticelli ne è un triste esempio.
Da quartiere storico ed operaio, qualcuno ha deciso di trasformarlo in un vero e proprio campo di battaglia dove, a qualsiasi ora del giorno e non curante della presenza anche dei ragazzi e dei bambini per strada, si spara. Si spara all’uscita da una scuola elementare, per colpire un affiliato che è lì vicino, si spara alle 16 del pomeriggio in una delle strade più affollate del centro, per ucciderne un altro di affiliato, in risposta a precedenti agguati.
Si spara al confine con i comuni vicini, per uccidere ancora o solo per avvertire il clan rivale. Sì perché il colpo (o i colpi di pistola) sparati in aria stanno a significare: “Noi ci siamo e rispondiamo”. Ma sono in pochi, in pochissimi, ma che riescono a tenere in scacco un territorio interno che conta quasi 80mila abitanti.
È possibile tutto questo? Purtroppo sì, specie quando le istituzioni sono quasi del tutto assenti. Ed allora? Bisogna soccombere? Assolutamente no ed è la Chiesa, questa volta, a scendere in campo in difesa di tantissime persone che chiedono solo di poter vivere in tranquillità nel proprio quartiere.
Il dono della pace per un quartiere martoriato dalle faide di camorra
E, ad accogliere e ad aiutare questo grido, affinchè diventi più forte dei colpi di pistola, ci sarà anche il Vescovo. Don Mimmo Battaglia ha accolto l’invito dei sacerdoti e sarà a Ponticelli, ad attendere questa grande processione che, da tute le parrocchie del territorio partirà e convergerà in un luogo simbolo della storia e della fede del quartiere: la Basilica di “Santa Maria della Neve”.
Ai piedi di Maria e della croce di Gesù, si pregherà “per chiedere a Dio il dono della pace nel nostro Quartiere”- affermano, ad una sola voce, tutti i parroci.
Il digiuno e la preghiera non sono pie pratiche chiuse a se stanti. Aiutano il cuore di ciascuno di noi a capire come agire e cosa è bene fare. Si pregherà per il quartiere, per le tantissime persone oneste che ci vivono, ma anche per coloro che stanno orribilmente macchiando questo territorio, affinchè si ravvedano e comprendano che, spararsi, non serve a nulla.
La preghiera per questo momento
Per questo speciale momento di preghiera, è stata composta anche un’orazione apposita. Uniamoci in preghiera con il popolo di un intero quartiere che chiede pace e tranquillità:
“Signore, ti offriamo il nostro digiuno
segno di fiducia nella tua presenza:
Affinché nel nostro quartiere si digiuni
dalla violenza e dalla sete di vendetta
Affinché non ci abituiamo alla pienezza
della quotidiana rassegnazione al degrado.
Affinché le parole inutili pronunciate per promettere
sorti migliori, lascino spazio a progetti mirati e ragionati
di interventi riconcilianti.
Affinché il linguaggio della prepotenza cessi
di avere fascino presso giovani e adulti,
ammaliati dalle alternative alla legalità.
Affinché i nostri cuori si sintonizzino
sul bene comune e non sull’appropriazione
di interessi privati.
Affinché si digiuni della droga e di altre
fonti mortifere di guadagno.
Affinché non si smarrisca la strada retta
e non si perda la speranza di riempire
le strade con la presenza di persone che
condividono sogni e idee.
O Dio, Tu che sei fonte della vita, ascolta
benevolo la voce del tuo popolo santo che
oggi unanime eleva a te il suo grido per
chiedere e ottenere il dono di una pace
vera e duratura.
Non ci stancheremo di invocare il tuo sostegno
e la tua benedizione affinché non ci
scoraggiamo mai di operare il bene per
il riscatto e la liberazione del nostro
quartiere da ogni forma di violenza e
di morte.
Te lo chiediamo per i meriti
di Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore
che immolato sull’altare della Croce,
ci ha liberati dalle catene del male e della morte.
Amen”