L’Angelo Custode, è una figura reale e concreta sempre vicina a noi, ma è possibile pregare è invocare l’aiuto di quello di un’altra persona?
Un fedele pone una domanda ad un sacerdote. In una situazione difficile, è bene rivolgersi all’Angelo. Ma quando abbiamo bisogno di chiedere perdono ad un’altra persona, può questa presenza aiutarci?
Anche se non ce ne accorgiamo, tutti abbiamo un Angelo Custode. Il Padre li ha posti accanto a noi perché vegliassero e guidassero la nostra vita, dandoci anche dei segnali nei momenti in cui siamo in difficoltà. Quando rivolgiamo una preghiera a lui, dobbiamo esser certi che essa viene ascoltata, accolta e portata al cospetto di Dio.
Ma possiamo solo pregare il nostro di Angelo? Un fedele pone un quesito ad un sacerdote: “Si può pregare l’angelo custode di un’altra persona, anche a distanza affinché la ispiri? Tempo fa ho litigato con un mio caro amico, e poco tempo fa ci siamo riconciliati, ma non è più come prima.
Egli non crede in Dio e prego sempre per la sua conversione. Mi piacerebbe però chiedere al suo Angelo custode, anche a distanza, di aiutarmi nel far rinascere la nostra amicizia più forte di prima e segnata per sempre dall’Amore di Gesù in modo che questo legame porti entrambi a seguirlo sempre”.
Una domanda particolare ma specifica, alla quale il sacerdote risponde con precisione: “La Sacra Scrittura parla diverse volte del ministero degli Angeli a nostro favore. Ad esempio: “Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie” (Sal 91,11).
“Gli Angeli non sono forse tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza?” (Eb 1,14). Gesù dice: “Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” – spiega.
Ma prosegue, anche, citando un Padre della Chiesa, San Tommaso: “Lui dice che ogni uomo ha il suo Angelo custode e ne porta la motivazione: “Finché vive in questo mondo, l’uomo si trova come su una strada che deve condurlo alla patria.
Lungo la strada, molti pericoli incombono su di lui, sia dall’interno che dall’esterno, come dice il Salmista: “Sulla strada per cui cammino, hanno nascosto dei lacci a mio danno”. Quindi, come si dà una scorta alle persone che devono transitare per strade malsicure, così si dà un angelo custode all’uomo, finché dura il suo stato di viatore. Quando invece sarà giunto al termine della strada, allora l’uomo non avrà più un angelo custode; ma avrà in cielo un angelo conregnante, o nell’inferno un demonio tormentatore”.
L’Angelo Custode, spiega il sacerdote, ha dei compiti: “La custodia è ordinata, come a suo ultimo e precipuo effetto, a illuminare l’uomo per via d’insegnamento. Nondimeno, essa opera molti altri effetti, necessari ai bambini: quali, p. es., tenere a freno i demoni e impedire altri danni, sia corporali che spirituali”.
San Bernardo dice che nei confronti dell’Angelo custode dobbiamo avere tre atteggiamenti. Il primo è di riverenza per la sua presenza. Questo pensiero deve indurci a non fare davanti a lui quello che non oseremmo fare davanti ad un grande personaggio di questo mondo. Il secondo è la devozione o affetto per la benevolenza, con cui incessantemente ci aiuta. Il terzo è la fiducia per la custodia che esercita su di noi. È necessario quindi invocarlo, ascoltare le sue ispirazioni e ringraziarlo per i benefici con cui ci assiste”.
“È ottima cosa anche pregare per l’Angelo custode degli altri. San Francesco di Sales che ha convertito l’intera regione del Chiablese alla fede cattolica (precedentemente erano diventati tutti calvinisti) per il buon frutto della sua predicazione si raccomandava all’Angelo custode di quella regione. Quando doveva predicare, prima diceva forte un’Ave Maria, e poi sottovoce un Angelo di Dio sia per il Chiablese sia per i singoli individui perché l’ascoltassero e ne traessero frutto.
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Anche San Pio da Pietrelcina aveva una grande devozione per il suo Angelo custode. Lo chiamava “il compagno della sua infanzia”. Aveva molta familiarità con lui e insieme lavoravano a beneficio delle persone che erano affidate al suo ministero. Diceva anche che il suo Angelo custode era spesso in giro per salvare i peccatori e per confortare i malati […]
A chi temeva di disturbarlo Padre Pio diceva: “Puoi mandare il tuo angelo custode in qualsiasi momento del giorno o della notte perché sono sempre felice di accoglierlo”. Credo che Padre Pio sia un segno per noi ad aver più fiducia e più confidenza con i nostri angeli: col nostro e con quello del nostro prossimo. Dio ce li ha dati perché ci servano in tutte le necessità” – conclude Padre Angelo.
Fonte: amicidomenicani
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ROSALIA GIGLIANO
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