Si puo’ ancora gioire per il Natale? Carissimi, si avvicina sempre di più il tempo di Natale, riservato alla Chiesa dal calendario liturgico, affinché i suoi membri, ovvero noi, possiamo tornare a considerare ancora una volta le nostre origini contemplando il Verbo di Dio fatto uomo per noi. L’idea che ci siamo fatti del Natale, o meglio che la società contemporanea ci trasmette, è sempre più legata al consumo: nonostante il tempo di crisi, la pubblicità insiste a farci comprare sempre più cose, come se la gioia del Natale dipendesse da ciò che abbiamo o non abbiamo. Inoltre in un mondo ancora lacerato da lotte e discordie, di cui in questi tempi facciamo esperienza quasi diretta (basti pensare ai continui attentati e alle continue minacce dei terroristi all’Europa), il rischio che corriamo è che le preoccupazioni, i tanti affanni e le tante difficoltà ci impediscano di vivere quella intima gioia che il Signore Gesù viene ad offrirci come ristoro per le nostre vite e come consolazione per il nostro pellegrinaggio terreno. Si può ancora gioire per il Natale? A questa domanda mi viene da rispondere: si, per il Natale non solo si può, ma si deve gioire!!! E il motivo di tale gioia lo troviamo non tanto fermandoci a contemplare la mangiatoia ove il Bambino Gesù giace (rischieremmo di appisolarci o di lasciarci prendere dal sentimentalismo), bensì volgendo lo sguardo verso il futuro dopo averlo allietato con la visione del presepe. Carissimi, quello che voglio dirvi è semplicemente che il Natale del Signore è per il credente l’inizio del compimento del Mistero salvifico. Gesù nasce per morire a nostro vantaggio, per poi risorgere per andare a preparare un posto per ognuno di noi vicino a Lui. Questo è il motivo della gioia natalizia. Allora possiamo capire che, nonostante intorno a noi ci siano sconvolgimenti di varia natura (penso alle calamità naturali, alle guerre, ai problemi che abbiamo in casa, in famiglia, al nostro stato di salute, ecc.), il Cristo venuto come uomo in mezzo a noi torna a ripeterci: “Coraggio, non temere, vengo a salvarti”, anzi, “ti ho già salvato!”. 1 / 2 Si puo’ ancora gioire per il Natale? Da questa esperienza salvifica, ognuno di noi riceve quella forza e quella gioia che divengono necessarie per rimboccarci le maniche e metterci a servizio dei più deboli e dei sofferenti; e in questo scambio di carità possiamo anche comprendere fino in fondo il motivo per cui, di fronte al presepe, ci sentiamo tanto tranquilli quanto imbarazzati: ci sentiamo tranquilli perché il Signore ci ha amati per primo e ce lo dimostra, ancor prima di dare la vita per me, assumendo la mia stessa condizione mortale; imbarazzati perché, di fronte a questo totale dono che Dio fa di sé a ognuno di noi, ci rendiamo conto di quanto noi non siamo all’altezza di poterlo imitare fino in fondo a motivo del nostro egoismo, del nostro peccato. Lungi da noi il piangerci addosso, nel meditare e contemplare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, facciamo in modo da attingere tutto ciò che ci serve per metterci a servizio di Dio nel prossimo: che sia un povero da sfamare e accudire, che sia una persona con cui mi devo riconciliare, o un’altra alla quale forse non ho ancora manifestato il mio affetto o a cui non ho detto quanto ella sia importante per me. Quello che il Signore ci chiede è semplicemente Amore. Non tiriamoci indietro ad amare perché proprio nell’amore si trovano la forza, il coraggio, la pazienza, la benevolenza, la mitezza, la fedeltà, il sapersi dominare e quant’altro nella nostra vita ci manca per conformarci sempre di più a quella del Cristo Salvatore. Nel Signore Gesù, vi auguro un gioioso Natale!
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