Come possiamo arrivare a conoscere Dio?
Non esiste un essere umano che non si sia interrogato, almeno una volta, su colui che lo ha creato e posto su questa terra.
Da secoli e secoli, teologi e studiosi (ma non solo) stanno cercando di dare una spiegazione umana al più grande mistero divino, quello che descrive il gesto immenso di un Padre generoso che crea le sue creature per puro amore.
E tanti, dunque, volendo progredire nel loro cammino spirituale, si domandano come arrivare a conoscere Dio.
Per rispondere a questa domanda, prendiamo in prestito le parole di San Bonaventura, seguace di San Francesco d’Assisi, nonché Vescovo e grande teologo, oggi Dottore della Chiesa, che scrisse l’ “Itinerario dello spirito a Dio”.
Conoscere Dio attraverso la purificazione
San Bonaventura ci spiega che potremmo utilizzare tre metodi per giungere a Dio: la riflessione sul mondo ci porta a scoprire Dio fuori di noi; la riflessione sulla nostra anima ci porta a scoprirlo dentro di noi; la riflessione sul Trascendente ci porta a scoprirlo al di sopra di noi.
Nel testo, molto dettagliato e di semplice comprensione, San Bonaventura ci insegna e ci ricorda quanto ogni uomo sia limitato nei confronti della conoscenza, anche di Dio Padre, e come possa in realtà conoscere solo per intervento divino.
L’uomo dovrà liberarsi di molte zavorre, per porsi nella giusta condizione, con tanta preghiera, autentico e guidato discernimento e, soprattutto, allontanandosi dal peccato che porta sempre fuori strada.
“Secondo il disegno primitivo della natura, l’uomo è stato creato capace di essere elevato alla quiete della contemplazione: Dio lo pose nel paradiso delle delizie proprio per questo. Ma avendo voltate le spalle al lume vero per rivolgersi ai beni caduchi, l’uomo si è curvato sotto il peso della sua colpa, che è stata una colpa originale per tutta la specie umana.
Questo stato di peccato ha avuto per l’uomo una duplice conseguenza: lo ha reso ignorante dalla parte dell’intelletto, concupiscente dalla parte della carne. Cosicché l’uomo, privato di ogni lume e decaduto, si troverebbe a vivere nelle tenebre e rifrattario alla luce del cielo, se non fosse soccorso dalla grazia santificante, che mortifica la sua concupiscenza e dalla divina illuminazione, che dissipa la sua ignoranza”.
Conoscere Dio attraverso Cristo
Per questo l’uomo può usare la mediazione di Gesù Cristo, l’essenza di Dio stesso fattasi uomo, che è lo specchio di ciò che dovremmo diventare, come figli degni del Signore: “il quale è stato fatto da Dio sapienza per noi e giustizia, e santificazione e redenzione. Egli essendo la forza e la sapienza di Dio e Verbo incarnato pieno di grazia e di verità, ci ha donato grazia e verità”. (…)
“E perciò, per quanto si possa essere illuminati dai doni di natura e di scienza, nessuno può rientrare in se stesso per godervi Dio, se non ricorre alla mediazione di Cristo, che dice: Io sono la porta. Se uno entra per me, sarà salvo: entrerà e uscirà e troverà pascolo. Ma non ci si può avvicinare a questa porta se non per mezzo della fede, della speranza e della carità”. E come dimenticare ciò che riporta San Giovanni, a tal proposito: “ “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse”.”.
Conoscere Dio attraverso lo Spirito Santo
Ma non finiscono qui i suggerimenti di San Bonavertura su come l’uomo possa cominciare ad accorgersi della presenza di Dio. Il Santo continua parlando di quando Dio sia presente nelle sue creature: “Ogni creatura, infatti, è in qualche modo, per sua natura, immagine e specchio dell’eterna sapienza; ma lo sono in modo particolare quelle che, già nella Sacra Scrittura, furono assunte dai profeti per significare valori spirituali. (…) Dio, fin dalla creazione del mondo, può esser conosciuto dall’uomo attraverso le creature”.
E tutte queste creature possiamo scrutarle e conoscerle a fondo per mezzo dello Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità che ha creato il mondo ed ha dato sapienza ad ogni Profeta e significato ad ogni parola della Bibbia, ad ogni azione dei seguaci di Cristo di ogni tempo: “Senza lo Spirito Santo non è possibile penetrare nei misteri divini. Come, infatti, nessuno degli uomini conosce le cose dell’uomo, se non lo Spirito che è nell’uomo; così nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio.
Radichiamoci e fondiamoci, perciò, sulla carità, per poter comprendere insieme ai santi, quale sia la lunghezza dell’eternità, la larghezza della prodigalità, l’altezza della maestà e della profondità di una Sapienza, cui spetta ogni giudizio”.
Ed è così che si torna ad uno dei primi punti espressi da San Bonaventura, come mezzo per porsi nella condizione ideale per “vedere Dio”: la preghiera, intrisa di fede pura e vera, guidata dallo Spirito che dissipa ogni umano impedimento e libera il cuore dalla cecità, indotta dal peccato.
Antonella Sanicanti
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