Un fedele chiede che cosa può ricavarne il demonio dall’esercitare la sua tentazione continuamente sull’uomo.
“Qual è il vantaggio che i demoni ricavano dalle loro azioni sugli uomini?” – chiede Paolo al sacerdote domenicano. La risposta di padre Angelo è come sempre, precisa ed esaustiva.
Spesso ci domandiamo come può il demonio esercitare un’influenza negativa su ciascuno di noi, attraverso le nostre azioni che possono far accrescere la sua potenza e la sua forza su di noi. Paolo, un fedele, ha posto a Padre Angelo proprio questa specifica domanda: che vantaggio ricava il demonio quando è lui ad agire sugli uomini.
La risposta del sacerdote è come sempre precisa e puntuale: “I demoni non traggono alcun vantaggio dalle tentazioni e dalle varie azioni che possono compiere sulle persone umane, ma solo ulteriore pena. Come dice l’Eterno Padre parlando con Santa Caterina da Siena, anche i demoni sono suoi ministri, benché nolenti. Pertanto tutto quello che fanno concorre alla maggior gloria di Dio e a loro ulteriore desolazione”.
Sembrerebbe un controsenso, eppure anche i demoni sottostanno alla volontà di Dio, anche se spiriti maligni: “I demoni stanno nell’inferno per far giustizia ai dannati, ma in questa vita fanno crescere le virtù delle mie creature viandanti e pellegrine. Essi le molestano con molte tentazioni o fanno sì che l’uno ingiuri l’altro o tolga le cose dell’altro, non tanto per le cose o per l’ingiuria in sé stesse, ma per privarli della carità”, spiegava Dio a Santa Caterina […]
In questo modo anche i demoni rendono gloria e lode al mio nome e così s’adempie la mia verità in loro, avendoli creati per la gloria e la lode di me, Padre eterno, e perché partecipassero della mia bellezza: ma essendosi a me ribellati per superbia, caddero e furono privati della mia visione; onde non mi rendono gloria per dilezione d’amore” – continua Padre Angelo.
Ma c’è anche una puntualizzazione che fa il sacerdote: “Santa Caterina dice che se non ci fossero le tentazioni più facilmente gli uomini cadrebbero nel “sonno della negligenza” (Lettera 335) e gli uomini non sarebbero incitati ad essere più virtuosi né risulterebbero vincitori nel combattimento […]
Come gli angeli santi in Paradiso possono accrescere la loro gloria (accidentale) fino alla fine del mondo, così analogamente i demoni fino al giudizio universale possono crescere nella loro pena” – conclude.
La conclusione alla quale arriva il sacerdote è netta: i demoni, anche se affliggono e danno tormenti all’uomo, non ne ricavano alcun guadagno, ma tendono ad “autotormentarsi” da soli.
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Fonte: amicidomenicani.it
ROSALIA GIGLIANO
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