Chi la vede come un qualcosa di ulta terreno, chi ne dà uno sguardo scientifico. Di certo si tratta di un tipo di esperienza che va osservata ed analizzata con molta cautela.
C’è chi ha, però, sperimentato anche un’esperienza molto particolare, quella della pre – morte. In cosa consiste?
La morte è legata al senso del distacco per sempre dalle persone care, ma per un cristiano è soprattutto il passaggio dalla vita terrena a quella terrena, con la speranza di ritrovare tutti coloro che amiamo per sempre.
La pre-morte: cos’è?
Chi la vede come un qualcosa di ulta terreno, chi ne dà uno sguardo scientifico. Di certo si tratta di un tipo di esperienza che va osservata ed analizzata con molta cautela. Stiamo parlando della pre-morte. Per un cristiano, la morte è il passaggio e del distacco dalla vita terrena a quella eterna, ad un incontro con il Padre verso la gloria del cielo.
E quando si parla di pre – morte è necessario specificare che, secondo anche la letteratura, vasta sotto questo aspetto, si tratta del racconto di esperienze di persone che hanno vissuto, per qualche istante la morte e poi sono tornate indietro. Situazioni spesso avutesi durante un periodo di coma, nel momento di un arresto cardiaco, in quella che si chiama, anche, la “luce in fondo al tunnel”.
Non sono rari i casi durante i quali, chi ha vissuto queste esperienze, ha visto o avuto visioni di Santi, della Vergine o di Gesù e, nel loro ritornare fra noi, hanno anche avuto modo di raccontarlo. Ma, ne vogliamo entrare nello specifico, nella maggior parte dei casi, ci sono delle precise fasi durante le quali avvengono questi tipi di esperienze:
- vedere il proprio corpo dall’esterno dopo averlo abbandonato;
- la sensazione di grande felicità;
- la presenza di una grande luce;
- l’incontro con persone care precedentemente defunte;
- il ritorno al proprio corpo.
Una “scala” che ne misura l’intensità in base a delle esperienze
Se vogliamo, per un attimo, toccare una spiegazione di carattere scientifico, le esperienze pre morte, come spiega un articolo di “Focus”, non sarebbero altro che “normali processi neurofisiologici e psicologici dovuti a diversi fattori, come l’assunzione di farmaci, la presenza di un trauma cerebrale, forti variazioni della pressione sanguigna e meccanismi psicologici di autoconsolazione”.
Ma davvero può esser considerato solo questo? Stando, anche, a quanto spiegato dallo psichiatra americano Bruce Greyson dell’Università della Virginia, esiste una “scala” (chiamata proprio “Scala di Greyson”) che cerca di misurare scientificamente l’intensità di questa esperienza pre – morte.
Da quelle che possono essere ritornare a scene vissute nel passato, a vivere sensazioni di gioia profonda, alla comparsa di paesaggi o personaggi celestiali, fino a quello che viene definito il classico tunnel della luce. Da questo studio, il 50% dei pazienti, al risveglio, afferma di aver provato la sensazione di essere già morto. Sensazione vissuta, in particolare, vedendo quella luce in fondo all’oscurità.
Lo ripetiamo: per chi è cristiano e crede, la morte è vista come il passaggio dalla vita terrena a quella eterna che ci porterà alla contemplazione della gloria di Dio insieme a tutti coloro che ci hanno preceduto e che verranno poi.