Pregare per 150 km è possibile? Donne speciali lo hanno fatto

Un pellegrinaggio particolare quello che è stato da loro intrapreso per amore di Dio e per chiedere un grande dono.

donne in cammino a fatima
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Il numero delle vocazioni, specialmente quelle religiose, tende a diminuire sempre di più con il passare degli anni. Ma due suore non si sono arrese ed hanno deciso di compiere “questo cammino” di 5 giorni per arrivare a Fatima e chiedere a Maria, altre Sante vocazioni.

A piedi per le vocazioni

Un cammino a piedi per le vocazioni: questo è quello che due suore hanno fatto per ben 150 km. Loro fanno parte della congregazione del Sacro Cuore di Maria ed hanno pensato di compiere questa impresa con uno scopo molto particolare.

150 km a piedi, da Lisbona al Santuario di Fatima. Un pellegrinaggio a piedi in occasione, sì, dei 150 anni dalla nascita della loro stessa Congregazione, ma anche per chiedere a Dio il dono di nuove vocazioni, sia religiose che sacerdotali, sia maschili che femminili.

Due suore e 150 km a piedi verso Fatima

Un pellegrinaggio, dal 21 al 25 luglio, he le consorelle Teresa e Conciecao, insieme ad un loro collaboratore, hanno compiuto. Camminare per quasi 30 km al giorno, pregando sempre ed offrendo la loro fatica ed il loro sacrificio a Dio ed alla Vergine.

Il perché di questo pellegrinaggio

Le suore, mentre pregavano il Rosario, hanno condiviso sui social la loro esperienza ed il loro pellegrinaggio. Un momento molto particolare, nella speranza anche che in tanti si affiancassero a loro, anche solo nella preghiera per nuove ed altre vocazioni. Un pellegrinaggio dove le due suore hanno pregato ed hanno sentito la presenza di Maria accanto a loro che le ha accolte a braccia aperte una volta arrivate a Fatima, presentando con loro, la loro particolare preghiera a Dio Padre.

L’istituto delle Religiose del sacro Cuore di Maria, dal quale le suore provengono, è stato fondato nel 1849 in Francia da Padre Gailhac. Ed oggi, le suore di questa Congregazione si occupano soprattutto di curare le donne malate ed emarginate.

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ROSALIA GIGLIANO

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