Non tutti tra gli stessi credenti, sono consapevoli dell’importanza della preghiera per i cari defunti.
Hanno bisogno delle nostre preghiere sempre ed in ogni momento, per il loro cammino verso la luce eterna del Paradiso.
Quanto noi preghiamo per loro? È sufficiente oppure no? Cerchiamo di capirlo insieme.
Defunti: quanto preghiamo per loro?
Quando pensiamo ai nostri defunti, desideriamo per loro la gloria eterna di Dio. Ed è giusto pregare per loro perché siano accolti dall’Altissimo. Ognuno di noi ha, nel proprio cuore, le persone care che non ci sono più. È importantissimo rivolgere una preghiera di ringraziamento a Dio per averceli donati ma, altresì, per aiutarli nel loro cammino di purificazione verso la bellezza e le gioie del Paradiso.
La concezione diffusa purtroppo, quanto più moderna possibile (e, anche, ahimè, molto materialista) ci fa percepire la morte come una fine, oltre il quale non ci sarà più niente: se una persona muore, è morta ed il suo corpo sarà destinato alla corruzione del tempo, usando molto erroneamente una frase, tratta proprio dalla Bibbia: “Polvere sei, e polvere ritornerai”.
Niente di più sbagliato: la morte non conclude nulla, anzi. È solo una porta di passaggio che ci porta alla vita eterna a quel momento in cui, un giorno, ci rincontreremo insieme a tutti coloro che ci hanno preceduto, e speriamo in Paradiso. E, in quanto credenti, dobbiamo ogni giorno pregare, per i nostri cari defunti, certi che li stiamo accompagnando verso la Gloria di Dio.
Sono già in Paradiso?
Ma è così facile e semplice arrivare in Paradiso? Siamo certi che i nostri defunti siano già lì e, quindi, non abbiano più bisogno delle nostre preghiere?
Non è così: i nostri defunti, che ci attendono nella vita eterna, hanno sempre bisogno delle nostre preghiere. “Quando ci poniamo interrogativi sull’aldilà […] una cosa è certa: gli affetti, quell’amore che ci distingue da tutti gli altri animali, è più forte della morte” – spiegano i teologi.
Ed in effetti è così: c’è stato e ci sarà sempre quel legame che ci unisce a coloro che abbiamo amato e che ci hanno preceduto passando attraverso la morte. Sono tutti in Paradiso? O in Purgatorio? Ecco: questa è un’altra domanda alla quale è difficile rispondere, non sta a noi stabilirlo.
Di certo, possiamo aiutare il loro cammino di purificazione con la preghiera, ma anche con altri gesti concreti: celebrare una Santa Messa in loro memoria, compiere un atto di carità o una penitenza con il pensiero rivolto a tutte le anime del Purgatorio.
Benedetto XVI: “Come possiamo dare refrigerio alle loro anime”
Papa Benedetto XVI scriveva: “Alle anime dei defunti, tuttavia, può essere dato ristoro e refrigerio mediante l’Eucaristia, la preghiera e l’elemosina. Che l’amore possa giungere fin nell’aldilà, che sia possibile un vicendevole dare e ricevere”.
La preghiera e la Santa Messa ci mettono anche in comunione, oltre che con il mistero di Dio, anche con la vita che verrà, spiegano i teologi e, ne consegue che siamo in piena unione anche con i nostri cari defunti. Per questo motivo, non facciamo mai mancare loro la nostra preghiera, che è anche segno di vicinanza piena e di comunione con loro che già si sono avviati verso il cammino celeste.
E, riprendendo anche una frase di Sant’Agostino: “Coloro che amiamo e che abbiamo perduto, non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo”.