La Vergine Maria appare in tutto il suo splendore, in una luce sfolgorante e fa al Santo spagnolo un dono prezioso, proveniente dal Cielo, che lui, quando poi diverrà Vescovo, potrà indossare in alcune ricorrenze particolari.
Gli disse: “Tu sei il mio cappellano e notaio fedele. Ricevi questa casula che mio Figlio ti manda dalla sua tesoreria”.
Sotto la dominazione dei Visigoti, il giovane Sant’Idelfonso (Toledo, 607 – Toledo, 4 aprile 667) scappò di casa per rifugiarsi nel monastero dei santi Cosma e Damiano, vicino a Toledo. Lì si fece monaco, e i confratelli lo elessero abate nella loro comunità. Possedeva pietà, cultura, energia, sapeva parlare bene e scrivere.
Sant’Idelfonso e la Madonna
Sui cinquant’anni lasciò il monastero. Alla morte del vescovo di Toledo, Eugenio II, venne chiamato a prendere il suo posto. Divenne così vescovo della capitale del regno. Non avendo più tempo da dedicare ai libri, scrisse tante lettere. Lasciò tuttavia opere di dottrina e di morale, trattati sulla Madre di Gesù, inni liturgici. Molto importante è però la sua devozione mariana, che colpisce i fedeli.
Una notte, era il 18 dicembre 665, Ildefonso si recò nella cattedrale in piena notte per cantare inni alla Vergine.
Tuttavia, a un tratto sia lui che il suo seguito vennero incredibilmente abbagliati da una luce molto intensa. Tutti cominciarono a fuggire in preda al panico, senza comprendere quanto stesse accadendo. Gli unici che restarono fermi in quel luogo furono il santo e due diaconi che erano al suo seguito.
A loro apparve la Madonna, che si presentò seduta sulla cattedra del vescovo e accompagnata da una compagnia di vergini che intonavano canti celestiali.
Un dono dal Cielo
La Vergine fissò gli occhi su Sant’Ildefonso e gli disse: “Tu sei il mio cappellano e notaio fedele. Ricevi questa casula che mio Figlio ti manda dalla sua tesoreria”. A quel punto la Vergine consegnò al vescovo una casula molto preziosa, che avrebbe dovuto usare solamente durante le feste dedicate alla Madonna. Maria domandò al futuro santo di indossarla solamente nei giorni festivi in suo onore.
Un’a apparizione, questa, ritenuta così significativa che il concilio di Toledo ordinò un giorno di festa speciale per perpetuarne la memoria. A documentarlo, anche l’Acta Sanctorum, che parlò della “Discesa della Santissima Vergine e la sua Apparizione”. Nel tempo questo fatto miracoloso assunse grande importanza e venne trasmesso nei secoli senza interruzione.
All’interno della cattedrale, ancora oggi i pellegrini possono venerare la pietra, su cui la Vergine pose i piedi quando apparve a sant’Ildefonso.
Preghiera alla Madonna di Toledo
O Signora mia, infondi nel mio animo il tuo ardentissimo amore, affinché con tanta passione Ti lodi, Ti glorifichi, parli e predichi di Te.
Risuoni, o gloriosa Signora, la tua voce nelle mie orecchie, senta il tuo sussurro; mostrami il tuo volto e allora salva l’anima mia. Essendo colmo il mio animo della tua pietà e della tua misericordia, ed essendo Tu, dopo Dio, il nostro rifugio, Ti prego di ascoltare piamente il nostro pianto. Venga dal cielo una nuova pace, le opere dell’amore rivivano quaggiù; le virtu’ fioriscano nei chiostri, i tuoi meriti siano onorati nel mondo. Amen.
Ave Maria…
(Sant’Idelfonso di Toledo)