Preghiamo per la Siria, perché non restino inascoltate le loro grida di dolore.
“Siamo stati svegliati alle 4 di notte, dal sibilo dei missili e abbiamo capito che gli attacchi erano in corso. Si sono udite delle esplosioni nei dintorni di Damasco. Qui al centro, per ora tutto è tranquillo, ma la gente è preoccupata per il futuro. La popolazione vuole vivere in pace e non sotto l’incubo delle bombe”.
A parlare era, qualche ora fa, Padre Bahjat Elia Karakach, da Damasco, dove si perpetua l’attacco congiunto di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia sulla Siria ridotta in ginocchio.
Il pretesto è quello di bloccare la guerra chimica, ma la ragione vera è il potere, l’odio.
Tra le tante polemiche che non rinfrescano le coscienze, ne fermano la mano di chi spara su un Paese già ridotto in cenere, sapendo di colpire e uccidere anche civili; tra le ridondanti, quanto architettate ad hoc, news sul caso, si insinua un’altra verità, quella che non si può nascondere e che gli stessi cristiani, che operano in Siria, implorano di diffondere.
“Sapevamo che esisteva l’intenzione di bombardare da parte degli Usa, dopo il presunto attacco chimico alla Ghouta orientale, ma la speranza era riposta in un’indagine oggettiva sull’uso di armi chimiche e che per questo non ci sarebbero stati lanci di missili”.
Al messaggio di Padre Bahjat, si usciscono quelli di molti altri, come Monsignor Antoine Audo, Vescovo Caldeo di Aleppo e Presidente della Caritas Siria, e il Vicario apostolico di Aleppo dei Latini, Monsignor Georges Abou Khazen.
Ma gli appelli alla pace restano inascoltati, eppure noi non ci fermeremo di pregare per coloro che, anche in questo istante, rischiano di cadere sotto l’attacco del nemico, che ormai viene da ogni parte.
Ogni bambino siriano rischia la morte e ne ha già riconosciuto l’orrore sul volto dei genitori o dei fratelli; uomini e donne non hanno scampo e noi non possiamo non denunciarlo a gran voce: noi siamo contro la guerra, contro ogni arma, contro ogni mancanza di rispetto per la vita!
Oggi, domenica del Signore, dedichiamo le intenzioni di preghiera della Santa Messa a coloro che vivono già la morte.
“Il Vangelo ci propone il racconto degli Apostoli sulla barca in mezzo alla tempesta, di notte, salvati da Gesù che, apparso loro, diceva: “Sono io, non abbiate paura!”. Questa sia la nostra speranza e la nostra forza”, dice ancora Padre Bahjat.
Antonella Sanicanti