La statua della Madonna di Barbana viene ritrovata su di un albero dopo che una furiosa tempesta marina scatena e spazza via ogni cosa e in ogni dove.
La popolazione interpreta questo come il segno della protezione di Maria da un gravissimo contagio che incombe e che non potrà lasciare scampo. Ma qualcosa di particolare sta per avvenire.
Da ciò nasceranno un santuario gestito da monaci ed un culto molto sentito ancora oggi in tutto il territorio.
Nel 582 una tempesta marina si abbatté sulla cittadina di Grado, in provincia di Gorizia. Quando il mare si ritirò, nell’area precedentemente occupata dalla terraferma, nacque l’attuale isola di Barbana. Nel momento in cui si ripresentò il sereno sull’area, venne ritrovata una statua sui rami di un grande albero.
Si trattava di un’immagine della Madonna che era stata trasportata lì dalla furia delle acque in tempesta. Quell’olmo si trovava giusto vicino alla capanne edificate in quel luogo da due eremiti. I loro nomi erano Barbano e Tarilesso, e fu dal nome del primo dei due che derivò quello dell’attuale isola che si trova all’estremità orientale della laguna di Grado.
Tutti interpretarono quel particolare ritrovamento come il segno della Provvidenza, e quindi della protezione celeste sulla cittadina. Per ringraziare la Vergine di ciò che era successo, il patriarca di Grado, Elia, iniziò la costruzione di una splendida chiesa come luogo di ringraziamento alla Madonna per aver salvato la città. Prontamente l’isola di Barbana diventò residenza stabile di una comunità di monaci e destinazione di frequenti pellegrinaggi.
La chiesa è infatti all’origine di quello che ancora oggi è per tutti i cittadini di Grado l’attuale Santuario. Dal 1237 Barbana divenne anche meta del famoso “Perdòn”, una processione che ogni prima domenica di luglio la comunità di Grado compiva e compie ancora oggi a bordo di alcune barche, al fine di rinnovare l’antico voto fatto alla Madonna dopo che Ella ha salvato il paese da una terribile epidemia di peste, che ha colpito Grado nel 1237.
La comunità di monaci che si formò attorno a Barbana resse il santuario per i successivi quattro secoli, un lungo arco di tempo in cui il mare proseguì la sua avanzata. Nel 734 Barbana era già da tempo un’isola, come emerse da un documento di papa Gregorio III.
In quei secoli la chiesa venne ricostruita più volte. La statua della Madonna purtroppo è andata perduta. Intorno all’anno Mille subentrarono in questo sacro luogo i padri benedettini, che mantennero la custodia del santuario per 500 anni.
Vergine Maria, Madre di Dio e madre nostra, Regina della laguna
Noi, tuoi figli devoti, con gioia veniamo e Te
e fiduciosi ti supplichiamo.
Tu, che in tempi remoti,
al pio Barbano lasciasti un segno di sollecitudine materna,
continua a volgere il tuo sguardo benigno
su di noi, sulle nostre famiglie, su questa terra rivolta ad Oriente
e animata dallo spirito che fu di Aquileia cristiana.
Tu, consacrata dallo Spirito Santo, fa che seguiamo il tuo Figlio
sulla via del Vangelo e diventiamo suoi validi testimoni,
portando a tutti la Parola di vita con gesti generosi di carità,
attenta ai poveri e ai sofferenti.
Tu, beata perché hai creduto, ottienici dal Signore
una fede salda, una speranza fervente, un amore operoso.
Mostraci il cammino della pace perché, con tutti i nostri fratelli,
possiamo giungere là dove tu già dimori
con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo,
nella comunione con i Santi, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Mostraci il cammino della pace perché, con tutti i nostri fratelli,
possiamo giungere là dove tu già dimori
con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo,
nella comunione con i Santi, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
(Papa Benedetto XVI)
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