La Vergine Maria, conosciuta anche con l’appellativo di Madonna dello Schiavo, interviene in aiuto di alcuni pescatori sardi imprigionati in terra straniera, mandando loro un segno.
Il segno è, apparentemente, un gesto semplice, delicato ma inequivocabile, che fa ben sperare nella loro prossima liberazione. Un esempio da dover conoscere assolutamente. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Un gruppo di marinai e pescatori cristiani, operanti sotto l’ala del potente casato genovese dei Lomellini, arriva ad insediarsi sull’isola di Tabarka in Tunisia, al fine di gestire alcuni traffici commerciali redditizi.
In un primo momento, tutto sembrava filare liscio e c’era una convivenza pacifica con gli abitanti del posto, fino a quando la barriera corallina iniziò pian piano a diminuire e, per i marinai, cominciarono le prime difficoltà. Iniziarono soprusi e violenze contro la comunità cristiana, e chi regnava in quel periodo ad Algeri o Tunisi, si scagliava sovente contro i fedeli cristiani utilizzando ricatto o schiavitù.
I marinai, allora, stanchi della condizione di pericolo che vivevano quotidianamente, domandarono a re Carlo Emanuele III di poterli rimpatriare, oppure di trasferirli in una zona più tranquilla in cui operare per portare avanti i propri affari. Il sovrano accettò la proposta e decise di indirizzarli sull’isola degli Sparvieri, allora deserta, oggi conosciuta come isola di San Pietro, nella costa Sud-Occidentale della Sardegna.
Purtroppo, però, la mattina del 3 settembre 1798, gli equipaggi di tre navi corsare algerine sbarcarono in forze nel porto di Carloforte: una feroce incursione di pirati ebbe inizio.
Metà degli abitanti dell’isola venne fatta prigioniera e deportata a Tunisi, dove vengono ridotti in schiavitù. Ma qualcosa di particolare sta per avvenire: un ragazzo, di nome Nicola, trovò una particolare statua.Si tratta di un’immagine sacra di legno di tiglio scuro. Era spiaggiata a Nabeul, vicino Tunisi. L’effige, nonostante l’esposizione agli agenti atmosferici come burrasche e salsedine, presentava ancora in maniera perfetta i lineamenti di una Madonna Immacolata.
Il ragazzo decise di prenderla con sé e nasconderla dentro il suo mantello. Portatala a casa, evitò di farla vedere e, una volta al sicuro, la consegnò al parroco don Nicolò Segni. Il parroco decise di esporre la sacra immagine ritrovata, all’interno della sua chiesa, attirando così un gran numero di fedeli che iniziò ad elevare preghiere a Maria chiedendo la fine di quell’orribile periodo di schiavitù.
L’intera comunità vide nell’arrivo di questa meravigliosa statua un segno tangibile del fatto che la Vergine non li aveva mai abbandonati e vegliava sempre su di loro. Tre anni dopo, il 24 giugno 1803, giunse la fine della loro schiavitù.
Ogni anno il 15 novembre ricorre la festa patronale della Madonna dello Schiavo, preceduta solennemente da una novena. La festa dura tutta giornata fino alla sera, culminando con la processione.
O Vergine Immacolata dello schiavo
che, agli schiavi d’Africa, foste celeste conforto
e li conduceste poi alla patria desiderata,
volgete lo sguardo su noi che siamo i vostri figli.
Guardate o Celeste patrona,
la mollezza dei costumi tiene schiavi i nostri cuori,
l’ignoranza tiene schiave le nostre intelligenze.
Siateci Voi, ancora una volta, spirituale conforto,
toglieteci da questa orribile schiavitù,
fateci convinti che essa è pericolosamente dannosa
e otteneteci quella libertà dei figli di Dio
che è pegno sicuro della nostra salvezza eterna.
Noi Vi proponiamo che seguiremo la luce che emana da Voi
che obbediremo alle Vostre celesti ispirazioni.
Amen.
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