Maria, Giuseppe e il Bimbo Gesù appena nato, hanno fatto l’esperienza di emigrare in terra straniera. Non sono indifferenti a chi deve fuggire dalla sua terra.
Nel sud del Brasile, precisamente a Florianópolis, sorge la Cattedrale dedicata a Maria invocato con un titolo insolito Nostra Signora degli emigranti. Il motivo di questo titolo insolito è molto interessante.
I Vangeli non ci dicono molto di quel viaggio da Betlemme all’Egitto, ma la tradizione ci racconta di fatti straordinari, che in Brasile hanno dato vita alla devozione a Nostra Signora degli Emigranti.
È difficile immaginare cosa hanno provato Maria e Giuseppe. Vedono nascere il Figlio di Dio, in una povera stalla a Betlemme, senza il calore di una vera casa. Poi una dura prova per la loro fede, vengono a sapere che la vita di questo Bimbo divino è minacciata, sono costretti a migrare in terra straniera. Senza mezzi, con poche risorse, partono. Quanta paura. Ma il Signore non fa mancare i segni della sua provvidenza.
La tradizione racconta che lungo la strada, Maria stanca si appoggia a un albero di Palma che improvvisamente ricopre lei e il bambino per proteggerli. Andando avanti nel cammino sono attaccati dai ladri, ma uno di loro ne ha compassione e convince gli altri a lasciarli andare, quest’uomo è il ladrone che sarà crocifisso con Gesù e si pente di tutto in punto di morte.
Giunti in terra egizia approdano nella città di Heliopolis, vivono umilmente e in nascondimento fino alla morte di Erode, quando avvertiti in sogno, possono finalmente tornare a casa.
Come arriviamo in questa cittadina del Brasile? Florianópolis in realtà è situata sull’Isola di Santa Caterina. Durante il periodo coloniale spagnolo e portoghese, quindi siamo alla fine del XX secolo, molti alchimisti in fuga trovano rifugio proprio su quest’isola che viene nominata “isola magica”. In realtà la maggior parte degli abitanti è costituita da persone che vi approdano perché costretti a migrare, così si diffonde tra loro la devozione alla Madonna dei migranti e a lei sarà dedicata la Cattedrale.
Secondo la tradizione fu un cacciatore locale Francisco Dias Velho di San Paolo a fondare la città di Nostra Signora degli Emigranti sull’Isola di Santa Caterina a sud del Brasile. Porta con sé anche de Gesuiti che fondano la Cattedrale e la dedicano alla patrona della Città. La festa è tradizionalmente celebrata proprio il 17 febbraio.
Madre dolcissima di Cristo e Madre nostra, noi migranti, vogliamo oggi dichiarare il nostro indistruttibile amore per te.
Tu sai che dentro il nostro cuore conserviamo ancora intatte le cose più care che abbiamo portato con noi quando un giorno partimmo lontano: il dolore dei parenti, l’ultimo addio degli amici, la tristezza dei vicini di casa, le cadenze del nostro dialetto, il ricordo struggente del nostro paese, delle sue vie, delle sue chiese, delle sue tradizioni; l’austera bellezza del nostro mare e dei nostri monti.
Tu sai che conserviamo gelosamente ancora, intrisa di lacrime, l’immagine tua che la mamma ci mise nella valigia, con la raccomandazione che non avessimo mai a dimenticarci di te, o Madre dei migranti, nostra compagna di viaggio e testimone silenziosa delle nostre solitudini.
Noi ti imploriamo ancora: cammina con noi! Oggi non abbiamo più bisogno del pane materiale, perché il benessere, che con tanto duro lavoro ci siamo procurato, conforta abbondantemente le nostre famiglie. Ma forse ci manca il gusto della vita, il senso della nostra esistenza, la ricerca appassionata dei valori dello spirito, il riferimento costante all’assoluto, a Dio.
Rendici capaci dello stupore. Liberaci dalla cattiveria. Facci comprendere che una casa modesta dove si vive onestamente vale più di cento splendide ville dove regna l’ingiustizia e dove manca l’amore. Proteggi le nostre famiglie. Benedici il futuro dei nostri figli perché seguano la verità e si lascino guidare dal Vangelo. Riempi di luce e di speranza le nostre case. Donaci infine, o Madre, che hai conosciuto il migrare, la gioia della vera libertà. Fa che camminando lungo le strade di questo mondo verso il Regno siamo portatori della tua Parola, della tua Pace, fondata sulla Giustizia e sull’Amore.
+ Tonino Bello
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