Giovanna è un’anziana signora che ha paura di compiere la sua missione, qualcosa di straordinario le farà però cambiare idea.
Alla donna appare la Madonna delle Grazie di Stia, le affida il compito di dire a tutti del prodigio, solo un segno più grande la convince.
Giovanna sta sarchiando i filari di frumento nella zona dell’alto Casentino quando arriva un violento nubifragio.
Tutti iniziano a corre all’impazzata, chi si rifugia nelle grotte chi nelle capanne. Anche Giovanna non riesce a tornare nella sua casa ed è costretta a rifugiarsi in una capanna che è coperta da tronchi di albero e posta su un masso bianco. Travato riparo dalla pioggia la donna inizia a pregare in preda alla paura e al freddo. Improvvisamente si vede avvolta da una luce splendida.
Nel mezzo del fascio luminoso scorge con chiarezza una figura femminile di una rara bellezza, maestosa e rifulge anch’ella di luce. La Donna appoggia il suo piede sul masso bianco. Giovanna non impiega molto tempo a capire che si tratta della Vergine Maria anche per gli altri segni prodigiosi che accompagnano la visione.
La richiesta della Madonna
Appena si manifesta la Madonna le nuvole spariscono, la pioggia finisce e il sole torna a splendere come non mai. La dolce e soave voce di Maria affida alla buona Giovanna questa missione: “Va’ e annuncia al pievano di Stia, e alla gente del posto, che mio figlio, nostro Signore Gesù, vuole in questo luogo un santuario dedicato a me. Tutti quelli che si impauriscono con temprali distruttivi come questo dovranno contribuire alla costruzione del santuario con elemosine e offerte, e intanto devono venire in processione a venerare questa capanna”.
Un pensiero subito incupisce il cuore dell’anziana contadina: nessuno le avrebbe creduto, anzi sarebbe stata derisa e insultata. Maria rassicura la donna e le insegna una preghiera: “O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio; dammi fede dritta, speranza certa, carità perfetta, senno e conoscimento di te. Ch’io faccia il tuo verace e santo comandamento”. Come termina la preghiera sparisce ma lascia anche un ulteriore segno.
Il segno inequivocabile
Il luogo dove si trova la capanna è quello in cui un pastore, Pietro da Campolombardo, di solito porta il suo gregge al pascolo. Anche lui nota che sulla capanna dove Giovanna ha visto la Madonna, rifulge una splendida luce. Un ultimo segno invece coinvolge di nuovo la donna. Un giorno mentre è a casa e prepara il pane entra in casa una colomba, è lo Spirito Santo che le infonde coraggio. Questo segno rassicura Giovanna che decide di raccontare a tutti della visione e della richiesta di Maria.
La donna racconta tutto, a partire da una sua cognata, che per prima si reca al luogo dell’apparizione. Pian piano in tanti la seguono e portano doni ed offerte per la costruzione della Chiesa. In tutta la popolazione si risveglia una pietà religiosa, e sia nelle vicine parrocchie che nell’intero contado, fino alle città di Arezzo, Firenze e Siena, e nell’intera vallata del Casentino, tutti vengono a sapere dell’accaduto.
Monaci e preti accorrono da Firenze, altri devoti arrivano da tutta la Toscana, e in poco tempo nasce il santuario. In un primo momento viene costruita una cappella, e poco dopo una chiesa, che nell’8 settembre del 1432 è completata. La chiesa viene costruita per volontà unanime tanto delle autorità quanto del popolo, e terminata grazie anche alle offerte e ai doni lasciati dai fedeli.
Preghiera alla Madonna delle Grazie di Stia
A te, Maria, fonte della vita, si accosta la mia anima assetata. A te, tesoro di misericordia, ricorre con fiducia la mia miseria. Come sei vicina, anzi intima al Signore! Egli abita in te e tu in lui. Nella tua luce, posso contemplare la luce di Gesù, sole di giustizia. Santa Madre di Dio, io confido nel tuo tenerissimo e purissimo affetto. Sii per me mediatrice di grazia presso Gesù, nostro Salvatore. Egli ti ha amata sopra tutte le creature, e ti ha rivestito di gloria e di bellezza. Vieni in aiuto a me che sono povero e fammi attingere alla tua anfora traboccante di grazia.