Il giorno di Pentecoste cinque fanciulle sono intente a svolgere le loro faccende ordinarie, quando il mistero bussa alla porta dei loro cuori.
Le ragazze si trovano in un bosco, giunto mezzogiorno si prostrano in ginocchio per pregare l’Angelus, come era loro abitudine. Ma ecco che accade qualcosa di straordinario.
Vicino alle ragazze c’è una pianta di rosmarino. Nel vivo della loro preghiera accade il fatto straordinario.
È un momento delicato per la vita della Chiesa. Si sta svolgendo il Concilio di Trento, c’è appena stata la bufera protestante, nascono i movimenti ecclesiali, ma è anche il tempo di bellissime figure di santità. Nella cittadina dove avviene il prodigio, Arcola, ci sono gruppi di cittadini in contesa tra di loro e una serie di epidemie decima la popolazione. Quella mattina Baldassare Fiamberti, insieme alla moglie e ai loro nove figli, ha partecipato alle funzioni religiose nella pieve di Arcola.
Di questi figli, le cinque femmine, Barbara, Camilla, Elisabetta, Catarinetta e Angela, verso mezzogiorno, decidono di andare a giocare in un boschetto, in località “Carbonara”, di proprietà della stessa famiglia. Le ragazze sono state ben educate alla preghiera, perciò, al suono delle campane dell’Angelus interrompono il gioco e iniziano a pregare. La loro è sempre una preghiera sincera e devota. Portano al Signore le esigenze della loro famiglia, del loro paese e della Chiesa.
Maria appare sulla pianta di rosmarino
Pregano l’Angelus e poi il Santo Rosario. Durante la preghiera sono avvolte da una luce paradisiaca. Alzano spontaneamente lo sguardo e scorgono una bellissima Signora, che aleggia proprio sulla pianta di rosmarino. La donna splende come il sole ed è accompagnata da due Angeli. Capiscono subito che si tratta della Vergine Santissima, anche se la prima cosa che fa Maria è confermare la sua identità e le tranquillizza:
“Non temete, o figlie, io sono Maria, la Madre di Gesù Cristo, la Regina degli Angeli”. Poi prosegue, alzando la mano. “Andate, andate, o predilette, dite al popolo che preghi e faccia penitenza; sì, andate e predicate la preghiera e la penitenza. Le vostre suppliche sono salite al mio cuore, ora è tempo di agire: Andate! Andate!”. Le ragazze sono titubanti, non si sentono all’altezza di un tale compito. Nuovamente Maria le incoraggia: “Figliuole, non temete, col mio aiuto tutto troverete facile. Andate e dite ancora ai buoni villici di innalzare, a mio onore, un tempio in questo luogo”.
Finito di parlare la visione sparisce e le ragazze tornano a casa con gli occhi raggianti di luce. Annunciano l’accaduto e il loro racconto confermato dalla gioia visibilmente stampata sul volto fa scendere nel cuore di tutti la certezza dell’aiuto del Signore per intercessione di Maria. Il popolo si stringe forte intorno alla Vergine e decide di costruire un tempio in suo onore. Nel frattempo, una dietro l’altra arrivano anche numerose grazie, che confermano la benedizione di Maria su questo posto e su coloro che ne ascoltano gli insegnamenti e che continuano ancora oggi, a oltre quattro secoli di distanza.
Preghiera alla Madonna degli Angeli di Arcola
O santissima Vergine Maria, o Madonna degli Angeli, deh! Da codesto vostro trono di misericordia, rivolgete benigna il vostro sguardo sopra di me indegno vostro servo. Aiutatemi contro le insidie del demonio, impetratemi un perfetto e costante amore al vostro dilettissimo Figlio ed a Voi che siete dopo Lui la mia unica speme. O mia Regina e Madre deh! fate che in me non venga mai meno un tale amore, ma duri fino alla morte, dopo la quale io sia da Voi condotto alla patria dei Beati. Amen.