Preghiera a Maria, 27 luglio: tantissimi miracoli avvengono in questo luogo

Il Santuario della Madonna della Rovere, che si trova a San Bartolomeo a Mare, in provincia di Imperia, occupa i resti di un antico boschetto di querce sacro a Diana.

Madonna della rovere in primo piano
Madonna della Rovere – lalucedimaria.it

La chiesa fu dedicata all’Annunciazione, in sostituzione di una precedente chiesa. La sua statua lignea della Madonna col Bambino, che si dice sia stata trovata in una quercia, è stata datata al 1300.

Tante sono le grazie e tanti anche sono i miracoli che ruotano attorno a questo luogo e soprattutto attorno alla sacra immagine di Maria.

I primi miracoli della Madonna della Rovere

La vecchia devozione ricevette nuova vita dopo i miracoli dell’aprile 1671. La notte del 3 aprile, dopo aver lavorato tutto il giorno nei campi, Giacinto Perato di Rollo, 50 anni, disse alla moglie che c’era qualcosa di strano nel suo braccio sinistro, che era insensibile e paralizzato.

Dopo che i medici non sono riusciti a curarlo, il 18 aprile, con il braccio in una fionda, ha portato il suo giovane asino al pascolo. Ecco le sue parole: “Poche ore prima di mezzogiorno, a pochi metri da me, vidi una donna vestita di blu intenso, splendente come il sole … Mi disse di affidarmi alla Madonna, che mi avrebbe aiutato”.

Il giorno dopo, andò con sua moglie e un amico a messa al Santuario. Alla consacrazione, cadde svenuto. Quando si è svegliato 45 minuti dopo, il suo braccio stava bene.

Il 10 maggio la Madonna riapparve e chiese che fosse costruita una cappella nel sito delle apparizioni, cosa che fu presto fatta.

Numerose altre grazie

Il santuario della Madonna della Rovere, inoltre, fu teatro anche di numerose altre guarigioni miracolose. La storia ne documenta nove nel solo 1671, tutte autentificate dal vescovo di Alberga, monsignor Tommaso Pinello, dopo aver raccolto numerose testimonianze giurate. Ricordiamone tre:

Angelica Viale della Chiappa, colpita tre anni prima da paralisi al braccio, alla coscia e alla gamba, fu caricata su un asinello tra due corbe e accompagnata al Santuario della Rovere, dove guarì;

Caterina Languasco di Oneglia, d’anni 15, da sette anni, in seguito a caduta da scala, era rimasta “storpiata”. Accompagnata nel Santuario della Rovere, cadde a terra “tramortita” e quando si svegliò si sentì guarita;

Carlo Francesco Viale di Diano Castello, d’anni 10, affetto fin dalla nascita da ernia carnosa, grossa come un uovo. Dopo novene di preghiera e pellegrinaggi dei genitori al Santuario della Rovere, l’ernia scomparve.

L’Incoronazione della sacra immagine

In data 23 dicembre 1820, il cappellano e i fabbricieri della chiesa del Santuario della Rovere, allora sotto la giurisdizione della parrocchia di S. Bartolomeo, ottennero dal Capitolo della Basilica Vaticana l’autorizzazione a procedere all’incoronazione della statua di “Santa Maria della Rovere, venerata da tempi remotissimi”. Allo scopo fu delegato il vescovo diocesano monsignor Carmine Cordiviola.

La solenne incoronazione avvenne l’8 settembre 1921 sul sagrato della Chiesa, dove era stato allestito un maestoso altare. Il sagrato era affollato in ogni settore dalle popolazioni provenienti da Porto Maurizio, Oneglia, Diano, Cervo, Andora e da altri paesi vicini. Durante la cerimonia, fra il lieto suono delle campane e lo strepito fragoroso di centinaia di mortaretti, la gente singhiozzava e piangeva.

Facciata del Santuario della Madonna della Rovere
Santuario della Madonna della Rovere – lalucedimaria.it

Preghiera alla Madonna della Rovere

A te, Maria, fonte della vita, si accosta la mia anima assetata. A te, tesoro di misericordia, ricorre con fiducia la mia miseria. Come sei vicina, anzi intima al Signore! Egli abita in te e tu in lui. Nella tua luce, posso contemplare la luce di Gesù, sole di giustizia.

Santa Madre di Dio, io confido nel tuo tenerissimo e purissimo affetto. Sii per me mediatrice di grazia presso Gesù, nostro Salvatore. Egli ti ha amata sopra tutte le creature, e ti ha rivestito di gloria e di bellezza.

Vieni in aiuto a me che sono povero e fammi attingere alla tua anfora traboccante di grazia.

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