Una popolazione sofferente e soggetta a un uomo violento, trova la via della speranza in una miracolosa guarigione.
L’avidità umana non si appaga mai, l’esercito imperiale si spinge fino a Stazzano e sempre oltre fino a saccheggiare il borgo e il castello di Serravalle.
L’imperatore Federico Barbarossa combatte contro Tortona. I suoi soldati uccidono, saccheggiano e portano distruzione al loro passaggio.
Di fronte a tanta crudeltà il popolo non può fare altro che arrendersi e fuggire. L’unico modo per non cedere alla furia dei soldati è trovare rifugio sulle montagne. In particolare trovano riparo sul Monte Arimanno e fanno l’unica cosa che ha senso: pregano con tutto il cuore. Quando abbiamo paura è naturale ricorrere alla mamma, ecco perché nei momenti bui si è soliti chiedere l’intercessione della Madonna che prontamente interviene.
Mentre gli abitanti di Stazzano al sicuro elevano le loro preghiere la battaglia imperversa violenta. Ma più sale a Dio la preghiera più le truppe nemiche si affievoliscono fino alla decisione di battere in ritirata. Il popolo esulta di gioia e attribuisce subito il miracolo all’intercessione di Maria. Decidono di elevare una cappella in suo onore. Col trascorrere del tempo, però la devozione si affievolisce, il territorio non è ben curato, le strade diventano impraticabili. Animali selvatici prendono il posto delle persone intorno la cappella, sicché sempre meno persone vi accedono, fino a non andare praticamente più, la cappella è dimenticata e cade in rovina.
La colomba prodigiosa
Nel corso del tempo, però la storia si ripete. Accadono in paese diverse calamità per cui il popolo si rifugia sul Monte. Trovano la Cappella trascurata, la ristrutturano, poi passato il pericolo tutti tornano alle loro vite e la dimenticano di nuovo. Questa altalena durerà fino a quando la Madonna si palesa con un altro prodigio. Arriviamo al XVII secolo, Stazzano subisce un’ennesima violenta incursione militare, questa volta per mano dell’esercito francese. Anche questa volta il popolo trova rifugio sul Monte.
Nel frattempo la vegetazione è cambiata, il Monte presenta numerosi cespugli spinosi che ricoprono le pendici del monte, in particolare i biancospini. Per questo motivo il monte è ribattezzato monte Spigno. Come sempre, in occasioni come questa il popolo trova rifugio e conforto nella preghiera. Si tramanda che, quando il popolo prega, una colomba bianca svolazza. Nel momento in cui la colomba si posa su un biancospino improvvisamente fiorisce anche se fuori stagione. Il segno è letto come conferma che la Madonna ha accolto le preghiere del popolo e le esaudirà, da questo momento è chiamata la Madonna della colomba.
La guarigione di una giovane donna
Nel momento in cui la colomba si posa sul biancospino e questi fiorisce, arriva una giovane donna che è nota a tutti perché sordomuta dalla nascita. Quando arriva la colomba la ragazza è proprio accanto al cespuglio e sta pregando. Appena la colomba si posa la ragazza riacquista voce e udito. Inizia prontamente a gridare a tutti il miracolo, trepidante di gioia. Per otto giorni precisi la colomba resta sospesa sul cespuglio. La voce si diffonde, il popolo accorre e prega. Pian piano la notizia passa di villaggio in villaggio e anche altri decidono di recarsi sul monte in preghiera.
Il punto di incontro è la Croce che poco prima è stata piantata. Tra i testimoni del miracolo, cioè il Vescovo in persona, per questo non esita quando gli viene chiesto di ricostruire l’antica cappella, decide di far costruire un Santuario. Nel dipinto sotto l’abside dietro l’altare e nella vetrata sopra il portone d’ingresso sono raffigurati i prodigi della colomba e la guarigione.
Preghiera alla Madonna della Colomba
Vergine sempre, Maria, porta felice del cielo. L’«ave» del messo celeste reca l’annunzio di Dio, muta la sorte di Eva, reca al mondo la pace. Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene. Mostrati Madre per tutti, porta la nostra preghiera, Cristo l’accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio. Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore. Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo.