Ispira dolcezza e pietà la Madonna Mater Pietatis che celebriamo oggi, icona molto cara ai Gesuiti e non solo. È conservata a Roma in quello che è stato il primo oratorio notturno.
Maria è modello di pietà per tutti noi. Tutto della sua vita testimonia misericordia e carità; dal Si detto all’angelo al momento in cui ha accolto il corpo di suo figlio deposto dalla croce. Tutto questo confluisce nella venerata icona della Mater Pietatis.
Siamo nel centro di Roma dove sorge l’oratorio di P. Gravita, al centro della sua storia c’è la splendida icona mariana.
Si chiama P. Giacinto Gravita Sj, il gesuita che si è occupato della costruzione dell’oratorio nel 1631 e che ancora oggi possiamo visitare a Roma, poco distante da Piazza Venezia. A rendere necessaria la costruzione di questo oratorio fu la numerosa e assidua partecipazione alle attività organizzate dai Padri Gesuiti in quel tempo. I lavori sono proceduti velocemente e in soli due anni portati a termine; infatti, l’8 settembre del 1633 l’oratorio è già attivo.
Molte famiglie nobili e ricche che risiedono vicino al Pantheon hanno preso a cuore il progetto ed hanno donato il loro sostegno economico. L’oratorio fin dall’inizio è stato dedicato a Santa Maria della Pietà e a San Francesco Saverio, uno dei primi Gesuiti missionario. La peculiarità di questo oratorio è che è stato il primo ad essere aperto anche di notte.
Il vero cognome del Padre fondatore è Gravita, ma si sa spesso il popolo cambia i nomi come l’assonanza facilita, ecco perché comunemente è chiamato Caravita. Quest’uomo è stato zelante e misericordioso per tutta la vita. È vissuto quando i Gesuiti sono nati da non molto tempo. Gli ordini religiosi non sono ancora tantissimi a quel tempo. La missione specifica dei Gesuiti è stata quella di prendersi cura delle persone nel cuore della città, vivere in mezzo alla gente, non appartati in luoghi solitari e silenziosi. Il fondatore Sant’Ignazio di Loyola ha sempre lottato affinché si abitassero le periferie e lì si annunciasse il Vangelo. Questa è stata la missione di P. Gravita: ascolta confessioni, insegna, predica le missioni, si prende cura dei poveri, delle vittime della peste, delle prostitute.
Egli è in possesso di questa tenera icona di Maria Madre della pietà che è il suo modello, ecco perché la fa collocare nel suo oratorio. Insegna a tutte le persone di cui si prende cura, a pregare davanti a questa immagine. Egli è convinto che non ci sia peccato che il Signore non possa perdonare e non ci sia peccatore che non muova a compassione il tenero cuore della Madre di Dio. Ecco perché invita tutti a ricorrere a lei confidando nella sua pietà che intercede presso il Suo Figlio per ottenere perdono e misericordia per chiunque si rivolga a lei col cuore contrito.
L’insegnamento di P. Giacinto è ancora molto attuale. Ricorriamo tutti sotto il manto della Madre della pietà.
O Madre di pietà e di misericordia,
beatissima vergine Maria, io, misero e indegno peccatore, mi rifugio in te con tutto il cuore e tutto l’affetto, e invoco la tua bontà.
Come rimanesti accanto al tuo dolcissimo Figlio pendente dalla Croce, così soffermati anche accanto a me, misero peccatore,
e a tutti i sacerdoti che oggi qui, e in tutta la Santa Chiesa offrono il sacrificio divino, degno e gradito alla presenza del sommo Dio, uno e trino.
Amen
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