Una tragedia che si trasforma in Luce, quella di Santa Giulitta e San Quirico, il martire più piccolo della cristianità.
Giulitta, seppure vedova, godeva di una buona posizione economica. Accadde però che, sotto la ferocia delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, Giulitta rinunciò a tutto ciò che possedeva per trasferirsi in un luogo più sicuro con il bambino. Dalla Licaonia, attuale Turchia, lei e il bambino emigrarono a sud verso Tarso, città nei pressi del Mediterraneo. Lì entrambi furono rintracciati e arrestati dal governatore Domiziano.
Mentre Giulitta veniva martirizzata, il bimbo, di soli 3 anni, era trattenuto dal governatore, ma iniziò a dargli calci e a graffiarlo. Visto quello che facevano alla madre, manifestò anche lui la propria fede, pur sapendo che sarebbe morto per questo. La ferocia del governatore romano, però, non si fermò, e gli spaccò il cranio.
In quell’istante Giulitta disse di essere contenta che il coraggioso figlio fosse giunto in cielo prima di lei. In seguito alle torture, anche lei morì.
San Quirico e Santa Giulitta vengono festeggiati il 16 giugno, e sono venerati come patroni dei poveri e dei bambini.
Esempi di uno zelo e una virtù cristiana impareggiabili, ci aiutano a comprendere che l’amore a Dio fu più forte di qualsiasi tortura e della morte stessa, facendoci riflettere con riverenza profonda.
O Santi martiri Quirico e Giulitta! Secondo la parola del Signore, già non ricordate più le sofferenze passate. Il sacrificio di madre e figlio, iniziando in una confessione dolorosa, è oggi un sacrificio di gioia e di lode. Perché il vostro sacrificio comune continua in cielo: è la base dei rapporti forti e dolci dei quali Dio si compiace, la fonte di benedizioni che il Signore ama effondere per vostra intercessione sulla terra.
Fate che giunga quanto prima il giorno del ritorno alla vera luce in Oriente, che vi ha dato la vita e che avete irrigato con il vostro sangue prezioso. Benedite l’Occidente, in cui tante chiese celebrano oggi la vostra festa.
O Giulitta, conserva la fede delle madri; eleva il loro cristianesimo all’altezza degli insegnamenti contenuti nelle tue lotte gloriose. Di fronte alla tirannia che si impadronisce dell’educazione per perdere l’anima dei poveri bambini, devono tutti imitare San Quirico.
(…) Con tua madre, sviluppa sempre più nei figli della Chiesa questo sentimento della santa libertà concessa loro nel Battesimo, che sottomessa a tutti i poteri che vengono da Dio ha trionfato [al di sopra] dei Cesari. Dalla sua nobile indipendenza di fronte agli abusi commessi dall’autorità dipende ancora oggi la salvezza della società.
Elisa Pallotta
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