Affidiamo con fiducia al Beato Rolando Rivi, ucciso in odio alla fede a soli 14 anni, nel giorno in cui ricorre la sua memoria liturgica, tutte le intenzioni di preghiera che portiamo nel nostro cuore.
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In particolare, La Luce di Maria, affida al piccolo grande Rolando, tutti i giovani trascinati negli abissi del male, perché attraverso la sua intercessione davanti al Signore, possano risalire e cominciare una nuova vita con Lui.
La vita
Rolando Rivi nacque il 7 gennaio 1931, figlio di contadini cristiani, nella casa del Poggiolo, a San Valentino, nel Comune di Castellarano (Reggio Emilia). Il padre si chiamava Roberto Rivi e la madre Albertina Canovi. Ragazzo intelligente e vivace, si diceva di lui “il più scatenato nei giochi, il più assorto nella preghiera”
Rolando matura presto un’autentica vocazione al sacerdozio. A soli 11 anni, nel 1942, mentre l’Italia era già in guerra, il ragazzo entrò nel seminario di Marola nel Comune di Carpineti (Reggio Emilia) e mise per la prima volta l’abito talare che non lasciò più sino al martirio.
Nasce nel suo cuore la vocazione al sacerdozio
Il desiderio di diventare “sacerdote e missionario” cresce guardando alla figura del suo parroco, don Olinto Marzocchini, un uomo di ricchissima vita interiore, attento alle cose che veramente contano, che fu per Rolando una guida e un maestro.
Nell’estate del 1944, il seminario di Marola venne occupato dai soldati tedeschi. Rolando, tornato a casa, continuò gli studi da seminarista, sotto la guida del parroco, e portò nel suo paese un’ardente testimonianza di fede e di carità, vestendo sempre l’abito talare.
Per questa suo esempio di amore a Gesù, così intenso da attirare gli altri ragazzi verso l’esperienza cristiana, Rolando, nel clima di odio contro i sacerdoti diffuso in quel periodo, finì nel mirino di un gruppo di partigiani comunisti.
Il rapimento e la violenza inaudita
Il 10 aprile 1945, il giovane seminarista venne sequestrato con l’inganno, portato prigioniero a Piane di Monchio, nel Comune di Palagano sull’Appennino modenese, rinchiuso in un casolare per tre giorni, brutalmente picchiato e torturato.
Venerdì 13 aprile 1945, poco prima di morire, quando Rolando capì che i carnefici non avrebbero avuto pietà, chiese solo di poter pregare per il suo papà e per la sua mamma. Anche in quest’ultimo istante, nella preghiera, Rolando riafferma la sua appartenenza all’amico Gesù, al suo amore e alla sua misericordia.
L’uccisione con due colpi di pistola
Alle tre del pomeriggio, il ragazzo innocente, a soli 14 anni, spogliato a forza della sua veste talare, venne trascinato in un bosco di Piane di Monchio e ucciso con due colpi di pistola. Il padre, Roberto insieme all’amico parroco, trovarono il suo corpo offeso e trafitto. Il dolore fu straziante e solo grazie alla fede e alla recita del Rosario, i suoi cari riuscirono a sopportarlo.
Nel 1951 la Corte di Assise di Lucca condannò gli autori dell’efferato omicidio. La condanna venne confermata nel 1952 dalla Corte di Assise di Appello di Firenze e diventò definitiva in Cassazione.
Preghiera al beato Rolando Rivi Martire
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
O Dio, Padre misericordioso,
che scegli i piccoli
per confondere i potenti del mondo,
Ti ringrazio per averci donato,
nel seminarista Rolando Rivi,
una testimonianza di amore totale
al Tuo Figlio Gesù e alla sua Chiesa,
fino al sacrificio della vita.
Illuminato da questo esempio
e per intercessione di Rolando,
Ti chiedo di darmi la forza
di essere sempre segno vivo
del Tuo amore nel mondo
e Ti supplico di volermi concedere la grazia…
(esprimere l’intenzione che portiamo nel cuore)
che ardentemente desidero.
Amen
Padre Nostro
AveMaria
Gloria al Padre