PREGHIERA
O Arcangelo S. Michele, difensore del Tesoro di Dio, glorificatore amoroso di Gesù nostro Salvatore, io Ti venero, Ti lodo, Ti prego di ottenere al mio cuore un amore sincero e perseverante verso il Divino Redentore, per cui possa meritare di goderLo eternamente in Cielo.
APPARIZIONE
Meravigliosa l’apparizione di S. Michele a Marciano Imperatore, il quale si era dedicato ad onorare l’Arcangelo nel Tempio di Conas. In tutte le sue infermità Marciano non si serviva d’altra medicina che del patrocinio di S. Michele, perché ricorrere a quello, subito risanava. Ma per mostrare maggiormente il Signore il gran potere dato al suo santo Arcangelo permise che una volta Marciano si ammalasse molto gravemente; anche allora l’Imperatore ricusò ogni medicina che gli veniva suggerita, e volle solo che non fosse allontanato da quel venerabile Santuario. Pareva ciò ad un medico temerità, ed ordinò che ancorché l’Imperatore fosse contrario, gli si applicassero fomenti da lui ordinati. La notte, rapito in estasi, Marciano vide che si aprivano le porte della Chiesa, e che S. Michele sopra di un bel destriero calava dal cielo, e smontò sopra un pilastr che era in quella Chiesa accompagnato da Angeli e riempiendo tutta l’aria di soavissima fraganza, giunse dove stava l’infermo Marciano. Dato uno sguardo a quei medicamenti che erano stati ordinati dal medico, domandò cosa fossero quelle cose. Rispose Marciano la verità: e S. Michele rivoltosi a due Angeli che gli stavano a lato, ingiunse loro di colpire quel medico, e di togliere i medicamenti; indi toccando con un dito l’olio di una lampada che ardeva avanti alla sua immagine, fece con quello il segno della Croce in fronte a Marciano e scomparve. La mattina Marciano raccontò ciò che aveva veduto ad un Sacerdote, il quale notando sulla fronte di Marciano la forma della Croce che il S. Arcangelo gli aveva fatto, e non trovando i medicamenti ordinati dal medico nella, notte precedente volle recarsi dal medico stesso. Arrivato alla sua casa udì pianti ed urla, perché il medico stava morendo con la bocca piena di pustole.
Dopo che fu udita la relazione del Sacerdote, il medico fu portato sullo stesso letto alla Chiesa di S. Michele. A tale strepito tornò in sé Marciano, e si trovò totalmente guarito, e levandosi tutto contenta si recò dal medico, che stava chiedendo aiuto a S. Michele. Gli unse la fronte con l’olio della lampada della sua Immagine, e di subito cessò il dolore, svanirono le pustole, restando in perfetta sanità. D’allora in poi divenne così divoto a S. Michele, che per gratitudine si dedicò a servire Dio ed il S. Arcanngelo nel tempio, finché visse.