Nel corso del funerale di Eleonora Giorgi, l’attore e amico Carlo Verdone ha elevato una preghiera al Signore che ha commosso tutti.
Mercoledì 5 marzo nella Chiesa di Santa Maria in Montesanto, che si trova in piazza del Popolo a Roma si sono svolti i funerali di Eleonora Giorgi, icona del cinema italiano stroncata da un cancro al pancreas all’età di 71 anni.
Attrice amatissima dal pubblico che ha lasciato un grande segno nel cinema dei decenni scorsi, quando negli anni ’80 e ’90 ha raggiunto l’apice del successo, in particolare con la commedia Borotalco, Eleonora Giorgi è rimasta nel cuore anche dei suoi colleghi e amici.
Tra di essi Carlo Verdone, ha voluto esternare la sua amicizia che lo legava all’attrice da parecchi anni anche con una bellissima preghiera che ha voluto leggere dall’ambone.
All’interno di quella che comunemente a Roma è chiamata la “chiesa degli artisti“, luogo dove c’è la consuetudine di celebrare i funerali di tanti esponenti del mondo dello spettacolo, ad Eleonora Giorgi è stato reso l’ultimo omaggio.
E proprio in quel luogo Carlo Verdone ha elevato una preghiera al Signore a nome di tutti gli artisti. Si rivolge a Dio, potente Creatore di ogni cosa e chi fa un’accorata richiesta. “Volgi su di noi il Tuo sguardo e abbi pietà di noi” è ciò che l’attore chiede a Dio dal più profondo del cuore.
Parole accorate che esprimono la fede dell’uomo che si mette al cospetto del Signore come creatura, consapevole della propria debolezza e dei propri limiti. È proprio di questo che Verdone parla: della povertà dell’essere umano e in particolare fa riferimento agli artisti, a coloro che come Eleonora svolgono la loro professione nel mondo dell’arte a vario titolo.
Elenca varie professioni: pittori, musicisti, scultori, attori, poeti, danzatori. “Siamo i tuoi piccoli che amano vivere sulle ali della poesia per poterti stare più vicino“, sottolinea.
Carlo Verdone nella sua preghiera chiede perdono a Dio per la fragilità e l’incostanza che spesso è presente in chi svolge queste professioni, ma in generale nel cuore di ogni uomo.
“Donaci la tua forza, quella che scopriamo nella tua Parola, quella che sentiamo nella tua grazia, quella che riceviamo nella tua Eucarestia“, è la supplica di un uomo in un momento di grande dolore come la perdita di una amica carissima.
Nel nostro mondo che appare sempre più lontano da Dio, in cui l’essere umano lo desidera, ma spesso sceglie vie sbagliate e se lo incontra lo rifiuta, queste parole, dette da un grande artista risuonano come un segno di grande speranza.
“Fà che possiamo aiutare tutti gli uomini a scoprire qualcosa di Te attraverso la nostra arte” dice Carlo nella sua preghiera. È quella che dovrebbe essere l’ambizione maggiore di un artista. Trasformare il proprio lavoro in una missione, farsi strumento per portare gli altri a Dio, operare da testimoni della fede.
Non è tutto buio, come può apparire a volte. Il luogo comune che il mondo dello spettacolo sia totalmente distante dalla fede può rivelarsi solo un pregiudizio. Ci sono artisti che hanno nel cuore questi sentimenti e li esternano trasmettendo tanto di buono.
Verdone conclude chiedendo al Padre di donare agli artisti “ali stupende affinché con l’arte ci innalziamo fino a Te“. Sembra riecheggiare le parole di san Giovanni Paolo II nella Lettera agli artisti, come una riscoperta di cui se ne sente tanto la necessità.
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