Gesù è morto in Croce per evitarci una sofferenza eterna, ma gli è cara anche quella che viviamo ora. Uniamola a quella di Gesù e offriamola a Dio.
Le nostre sofferenze, ci dice la Bibbia, sono preziosi agli occhi di Dio. È proprio Gesù infatti a dirci: “Beati gli afflitti, perché saranno consolati”. Gesù dunque identifica l’afflizione come una beatitudine. Perché? Perché laddove c’è un sofferente, lì Gesù crocifisso si rende presente. Essere nel dolore vuol dire poter ricevere un giorno la consolazione di Dio.
Una speranza certa
Certo, la vita non è facile, e in questo momento in particolare nel mondo c’è tanto dolore. Ma Gesù viene a darci sempre e ancora una speranza, che è Lui risorto. In quella risurrezione ci saremo tutti noi, ci saranno tutti coloro che avranno guardato a Dio, anche solo per un momento, cogliendo in quello sguardo dalla Croce, un atto d’amore di Dio per noi. Un atto di perdono e di salvezza. Perché ci sono tante cose da cui necessitiamo di essere salvati.
Uniamoci quindi in preghiera e offriamo tutte le nostre sofferenze, tutte le sofferenze del mondo insieme a quelle di Gesù, per chiedere a Dio la grazia che tutto questo male possa dissiparsi come una nebbia e che Dio possa donarci la sua consolazione.
Il valore del nostro dolore
Chiediamo poi una grazia particolare, ognuno quella di cui ha bisogno, portando a Dio i nostri patimenti: Gesù è venuto a morire proprio perché noi non soffrissimo in eterno e potessimo partecipare con lui alla gioia senza fine, tanto grande è per lui il valore del nostro dolore.
Inoltre, chiedere qualcosa a Dio per i meriti della Passione di Gesù è pegno di ancor più certo ascolto di Dio, che tutto dispone secondo la sua insondabile volontà. Dio presta orecchio al nostro cuore, lo fascia, ne ha compassione, e provvederà alle nostre urgenze operando silenziosi miracoli.
Preghiera di offerta della sofferenza
O Signore Gesù,
nel giorno luminoso di Pasqua
Tu mostrasti agli apostoli il segno dei chiodi nelle Tue mani
e la ferita nel Tuo costato.
Anche noi, o Divino crocifisso, portiamo nel nostro corpo
i segni vivi della passione.
In Te, vincitore del dolore con l’amore,
noi crediamo che la Croce è grazia:
è un dono e una potenza di salvezza per spingere il mondo
verso la festa, verso la Pasqua dei figli di Dio.
Per questo oggi, abbracciati a Maria nostra Madre
e abbandonati al soffio dello Spirito Santo,
con Te, o Gesù, Salvatore del mondo,
noi offriamo al Padre tutte le nostre sofferenze
e Gli chiediamo, nel Tuo Nome e per i Tuoi Santi meriti,
di concederci la grazia di cui tanto abbiamo bisogno:
….(esprimere la grazia che si chiede)
Elisa Pallotta