Ricordiamo oggi i dolori della Madre di tutte le madri, Maria Santissima, che sotto la Croce soffrì per amore di ognuno di noi.
Oggi la Chiesa fa memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, che, “ai piedi della croce di Gesù”, – riporta il Martirologio Romano – “fu associata intimamente e fedelmente alla passione salvifica del Figlio e si presentò come la nuova Eva, perché, come la disobbedienza della prima donna portò alla morte, così la sua mirabile obbedienza porti alla vita”.
Tale memoria ci chiama a rivivere il momento più alto della storia della salvezza, il sacrificio di Gesù sulla Croce, nella prospettiva della venerazione della “Mater dolorosa”. Maria infatti si associa alla Passione del Figlio e gli è vicina ai piedi della Croce. La maternità di Maria, inoltre, assume sul Calvario le dimensioni universali di madre dell’umanità, come nelle parole rivolte da Gesù a San Giovanni Evangelista: “Ecco tua madre” (Gv 19,27). Questa memoria fu introdotta nel calendario romano dal papa Pio VII (1814).
Riferiva Gesù a Santa Camilla Battista da Varano (Camerino, 1458 – 1524):
“Ascolta, ascolta, figliola mia […] devo ancora dirti cose amarissime e specialmente circa quell’acuto coltello che passò e trafisse la mia anima, cioè il dolore della mia pura e innocente Madre, che per la mia passione e morte doveva essere tanto afflitta e accorata che mai fu né sarà una persona più addolorata di lei.
Perciò in paradiso l’abbiamo giustamente glorificata ed innalzata e premiata sopra tutte le schiere angeliche ed umane.
Noi facciamo sempre così: quanto più la creatura in questo mondo è per amor mio afflitta, abbassata ed annientata in se stessa, tanto più nel regno dei beati per giustizia divina è innalzata, glorificata e premiata.
E dato che in questo mondo non ci fu una madre o alcuna persona più angustiata della mia dolcissima e accorata madre, così lassù non c’è, né vi sarà mai persona simile a lei.
E come in terra lei fu simile a me per pene e afflizioni, così in cielo è simile a me per potenza e gloria, però senza la mia divinità di cui siamo partecipi solo noi tre divine persone, Padre, Figlio e Spirito Santo”.
La Madre di Dio rivelò inoltre a Santa Brigida di Svezia (Finsta, 1303 – Roma, 23 luglio 1373), Compatrona d’Europa, l’entità e la peculiarità dei suoi dolori, elencandone in particolar modo sette. Tali dolori vengono spesso rappresentati nell’iconografia nella forma di spade che trafiggono il suo Cuore Immacolato. La Beata Vergine promise grandi grazie a chi, devotamente, ogni giorno si fosse impegnato a recitare un’Ave Maria per ognuno dei suoi amarissimi dolori.
Le grazie sono le seguenti, come riferite a Santa Brigida: la pace in famiglia, l’illuminazione circa i misteri divini, l’accoglimento e la soddisfazione di tutte le richieste purché siano secondo la volontà di Dio e per la salvezza della sua anima, la gioia eterna in Gesù e in Maria.
Nell’elencare i sette dolori di Maria, raccogliamoci nel silenzio del cuore meditando su di essi con brevi riflessioni e una preghiera:
“E anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2, 34): la spada che trafiggerà l’anima di Maria è il dolore che anche Ella proverà sul Calvario.
Ave Maria…
Maria prova un grande dolore misto a disorientamento e paura: la serenità degli sposi e vita del loro bambino è in pericolo. Maria assapora l’amarezza della fuga e il dramma del dolore del mondo.
“Tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo” (Lc 2, 48). Maria non comprende il mistero del Figlio di Dio che ancor più che Suo, è figlio del Padre, e questo dolore si aggiunge alla paura di averlo perso.
Ave Maria…
Si presume sia avvenuto questo incontro, anche se non ce ne è traccia evangelicamente. Forse fu nella folla ad incontrarlo, come una tra tanti, sommessa, presente nella Via Crucis come sotto la Croce.
Ave Maria…
Il dolore più grande di Maria: sotto la Croce è spettatrice delle ultime ore della vita del Figlio. Alla morte di Gesù, Maria soffre in silenzio, è anche lei spiritualmente crocifissa e accoglie con totale empatia i dolori del Cristo, che ha portato su di sé tutti quelli dell’umanità.
Ave Maria…
Questo episodio è raccontato da Giovanni Evangelista, che ne è testimone. Sotto la Croce, Maria guarda e tace nella meditazione, contemplando, nel silenzio assordante del dolore del cuore di Madre.
Ave Maria…
Non ci sono evangelicamente riscontri di lei che lo segue nella sepoltura. Maria non è fisicamente sola, ci sono Giovanni e le donne, ed il Figlio è sempre con lei. La solitudine di Maria nel dolore della morte del Figlio e in tutti i suoi dolori, consiste nell’essere partecipe in maniera singolare, più di qualsiasi altra creatura, ai patimenti del Cristo tradito, sfigurato, deriso e ucciso.
Ave Maria…
Elisa Pallotta
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