La Vergine appare in sogno, rimproverando severamente chi non aveva dato la dovuta attenzione a ciò che le era molto caro.
Stando alla tradizione, la Vergine avrebbe consegnato il suo Anello Nuziale, in quarzo calcedonio, all’apostolo Giovanni poco prima di morire. L’origine del posizionamento dell’Anello nella Cattedrale di Perugia risale a poco prima all’anno 1000.
La Madonna appare in sogno con un monito
Accadde dunque che l’Anello finì in mano ad un mercante ebreo di Roma, cui apparve in sogno la Madonna. Ella lo rimproverava del fatto che quel monile era il suo anello nuziale, e che meritasse la giusta considerazione. Dopo quell’evento, il mercante ebreo desiderava ardentemente cederlo perché ormai quell’anello gli provocava un forte tormento.
Dopo che la Vergine gli era apparsa in sogno, infatti, la sua stessa fede stava vacillando. Così consegnò l’anello all’orafo Anerio, col consiglio di avere di esso grande considerazione e tutta la venerazione che meritava.
L’orafo però non credette alla storia che gli era stata raccontata: pensò che fosse uno stratagemma del mercante per vendergli l’Anello, e che di conseguenza non fosse autentico. Portò così il monile a Chiusi e lo ripose nella cripta di famiglia, dimenticandosi presto delle raccomandazioni dell’ebreo.
Quando un morto si alzò in piedi e prese a parlare
Il giorno in cui morì il suo unico figlio però, alcuni anni dopo, dovette ricredersi. Nella bara, infatti, improvvisamente il figlio deceduto si alzò in piedi dal suo giaciglio, facendogli lo stesso rimprovero che la Madonna aveva fatto al mercante, redarguendolo pesantemente di avere abbandonato quella reliquia così importante.
L’orafo Ainerio volle allora riparare alle proprie mancanze e, ottenuta la prova dell’autenticità del monile, lo donò al monastero locale della città di Chiusi, il convento di Santa Mustiola, cosicché tutti potessero venerare il mistico oggetto. Ben presto gli abitanti di Chiusi decisero di onorarlo con una festa dedicatagli.
Nel 1437, però, un fraticello tedesco, il monaco Vinterio da Magonza, rubò la reliquia con l’obiettivo di portarla in Germania. Il frate era ben cosciente di che gioiello si trattasse ed era persuaso del fatto che i chiusini, che lo avevano ingiustamente arrestato e torturato in precedenza, non meritassero di possedere quell’Anello.
L’uomo perciò lo trafugò e dopo sei giorni era partì per Assisi, lasciando scoprire agli abitanti il furto.
L’Anello restò così a Perugia
Durante la fuga del frate, scese improvvisamente su di lui una fitta nebbia: chiese dunque alla Vergine di indicargli la strada giusta, e si ritrovò nella città di Perugia. A quel punto pensò di rivolgersi a un vecchio conoscente, a casa del quale trascorse la nottata. Durante la notte cominciò però a pentirsi del suo gesto, decidendo di consegnare quanto prima la reliquia al Comune di Perugia.
Inizialmente, tutti furono molto increduli sull’autenticità dell’Anello, seppure noto a tutti, che nessuno però aveva mai visto da vicino. Molto presto arrivò la notizia del furto da Chiusi, e le autorità locali capirono così che si trattava del vero Anello.
Presero allora l’Anello dal frate, donando in cambio duecento fiorini al suo conoscente – Cifra che all’epoca rappresentava un vitalizio per l’uomo e i suoi figli fino alla terza generazione -, il quale decise di consegnarlo al Comune.
La guerra dell’Anello e la devozione che perdura tutt’oggi
Nel frattempo, fra Vinterio fu catturato e messo in carcere, dove confessò l’accaduto. A causa di quanto successo, si scatenò una violenta guerra tra Perugia e la città di Chiusi, che venne rinominata appunto la Guerra dell’Anello.
Dopo avere appreso l’accaduto, Papa Sisto IV decise di risolvere la questione concedendo la benedizione a Perugia, e autorizzandone l’ostensione ufficiale.
Oggi l’Anello continua ad essere venerato tre volte l’anno all’interno della Cattedrale di Perugia. Il 29 e il 30 luglio ed il 12 settembre, infatti, si tiene la celebrazione della cerimonia della Calata dell’Anello, che per l’occasione viene appunto calato dal soffitto del duomo.
Preghiera alla Madonna dell’Anello
O Vergine Maria, Madre di Dio,
che fosti sposa del Castissimo Giuseppe
e indossasti questo sacro Anello, simbolo del Sacramento del Matrimonio,
degnati, te ne preghiamo,
di proteggere tutti gli sposi,
i fidanzati, e le famiglie.
Accendi in ognuno la fiamma della fede
e dell’amore per nostro Signore.
Conserva puri i nostri cuori,
dove possa abitare Dio con il suo Spirito,
tu che fosti da principio Tabernacolo dello Spirito Santo.
Concedi a tutte le famiglie di
imitare la Sacra Famiglia di Nazareth:
possa tra gli sposi e tra genitori e figli
regnare incontrastata la vera carità,
e possano le famiglie ritrovare, nel cammino che Gesù ci ha tracciato,
la via della vita.
Amen.
Ave Maria
Elisa Pallotta