La Beata Vergine, apparendo a Santa Monica, le recò in dono qualcosa che le apparteneva personalmente, dandole indicibile conforto
La Madonna della Consolazione è il titolo con cui gli agostiniani celebrano quella che è anche detta la Madonna della Cintura. La devozione alla Madonna della cintura dunque nasce e si sviluppa all’interno dell’ambiente agostiniano, anche se il suo culto ha una duplice origine.
La prima riguarda l’apostolo Tommaso, e l’ipotesi che la Vergine Maria, al momento dell’Assunzione, avesse fatto dono all’Apostolo della sua Sacra Cintola, l’ultimo ad aver assistito all’evento grandioso.
Altre fonti invece narrano che, arrivato tardi a Gerusalemme, per assistere Maria nel suo transito, chiese di aprire il sepolcro, per contemplarne le spoglie. L’unica cosa che vi trovò all’interno fu la sua cintura, che in seguito divenne un oggetto venerato in tutto il mondo.
Santa Monica trova in Maria Santissima l’unica consolazione
La seconda tradizione invece riporta a Santa Monica, madre di Sant’Agostino. Si dice che dopo la morte del marito Patrizio, complice anche il disorientamento del proprio figlio, Monica cadde in una profonda tristezza. Allora si rivolse a Maria, con pie suppliche e chiedendole consolazione per tutte le pene che stava vivendo. Così, dopo la risposta alle sue preghiere, la Santa cominciò a imitare Maria anche nel modo in cui vestiva.
Riporta il Manuale di Filotea del presbitero milanese Giuseppe Riva: “La madre di Sant’Agostino, Santa Monica, fatta vedova del suo consorte Patrizio, e risoluta di imitare Maria Santissima anche nell’abito, la pregò di farle conoscere come avesse vestito nei giorni della sua vedovanza, specialmente dopo l’Ascensione di Cristo al cielo”, scrive il sacerdote.
Un dono dal Cielo
“La Beata Vergine non tardò a compiacerla. Le apparve poco dopo coperta di un’ampia veste che dal collo le andava ai piedi. Ma di stoffa così dozzinale, di taglio così semplice, di colore oscuro che non saprebbe immaginare abito più dimesso e penitenziale. Ai lombi era stretta da una rozza cintura di pelle che scendeva fin quasi a terra, al lato sinistro della fibbia che la rinfrancava”, prosegue.
“Indi slacciandosi di propria mano la cintura, la porse a Santa Monica, raccomandandole di portarla costantemente, e di insinuare tale pratica a tutti i fedeli bramosi del suo speciale patrocinio. Invitandola a vestirsi in modo simile e assicurandole che quanti l’avessero imitata avrebbero avuto garanzia della materna protezione e consolazione della Madonna”.
La cintura e l’Ordine degli Agostiniani
Di tutto questo, il primo che diede seguito alla richiesta di Maria, dopo Santa Monica, fu lo stesso Sant’Agostino, facendo poi diffondere questa usanza ad alcuni fedeli, in particolare grazie all’opera dell’Ordine Agostiniano. Numerosi miracoli si verificarono in seguito all’uso della cintura di Sant’Agostino, tanto da divenire una pratica imposta a tutti i membri dell’Ordine. La cintura divenne quindi simbolo di una vita di penitenza e di devozione.
La storia della devozione alla Madonna della Cintura è poi passata nel mezzo di numerose vicissitudini. Nel quarto secolo circa, la Cintura si trovava a Costantinopoli, dove il 31 agosto di ogni anno i i Greci celebravano la “festa della cintura della Madre di Dio”. Dopo numerosi spostamenti, la Sacra Cintola viene oggi conservata e venerata nella città di Prato.
La consuetudine di celebrare la festa della Madonna della Consolazione cominciò nel 1575, e il Papa stesso presenziò alla processione della Madonna. La Santa Sede stabilì poi che la festività ricorresse la prima domenica dopo la festa di Sant’Agostino, cioè il 28 Agosto. Nel 1914 fu invece spostata al sabato successivo, e oggi gli Agostiniani di tutto il mondo la onorano il 4 settembre.
Preghiera alla Madonna della Cintura
Maria, Madre Santa,
che per invito del tuo figlio Gesù
hai accolto tutti gli uomini
come figli tuoi,
con il segno della cintura
avvolgi della tua benevolenza
noi che ti invochiamo.
Per questo invito di amore,
di protezione e dignità,
rendici fiduciosi nella preghiera,
forti nella testimonianza,
gioiosi nella vita di ogni giorno.
Questo segno di amorevole legame
unisca sempre le nostre famiglie
e la nostra comunità
perché sappiamo conoscerci
e vivere come fratelli.
Sciogli le paure del cuore
le angosce della mente,
fa’ che possiamo sempre e dovunque
implorarti: insegnaci a vivere da figli di Dio.
Amen.
Ave Maria…
Elisa Pallotta