La semplicità d’animo ci fa essere lieti in ogni occasione: anche davanti alla fatica della vita andiamo a Gesù che è ristoro per l’anima.
Quando si parla di “leggerezza” si potrebbe pensare ad un concetto di superficialità. La leggerezza è invece qualcosa di essenziale per la nostra vita, perché ci consente di affrontare tutto con fiducia e con la forza che viene dalla semplicità d’animo. Scrive lo scrittore e filosofo francese Paul Valery: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
La leggerezza è proprio il contrario dell’appensantimento, della fatica, dell’oscurità interiore, e nel Vangelo ritroviamo un passo che ci parla di questa condizione dell’animo: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11, 28-30).
Potrebbe sembrare paradossale, eppure Gesù ce ne indica la strada in questo modo: la leggerezza non è essere totalmente svincolati da “pesi“, ma saperli accettare e prendere su di sé con amore. Proprio così: se non prenderemo su di noi quel giogo soave che ci dà Gesù, che e la sua volontà, non saremo davvero liberi, e ci caricheremo di altri più pesanti. Perché questo? Perché la sua volontà è l’amore, e senza amore non si può essere liberi.
Senza l’amore di Dio che illumina la nostra vita, tutto è pesante, tutto ci sovrasta e ci schiaccia. Quando capiremo invece che Gesù ci è vicino e accetteremo di vivere passo passo con lui la nostra vita, non ci sarà difficoltà che non potremo affrontare.
Il giogo, infatti, non si porta che in due, proprio come i buoi sono sempre in coppia a portarlo. Gesù ci aiuterà sempre a portare i pesi della vita insieme a lui, vincolati proprio dal giogo leggero del suo amore. Una leggerezza che si può esperire nella mitezza e nell’umiltà, il segreto per non avere pesi sul cuore.
E quando la vita ci schiaccia? Quando il suo peso sembra troppo per noi e non c’è proprio nulla da stare lieti? Anche lì Gesù ci dice: “Venite a me”, cioè, guardiamo a lui che ha patito per tutti noi. Guardiamo al Figlio di Dio inchiodato sulla Croce. Se lui ha sofferto così, perché noi vogliamo a tutti i costi scansare la sofferenza? Essa non ci schiaccerà più se vissuta alla luce dell’amore di Dio e con lui a fianco, Gesù ci dà la sua parola.
Recitiamo questa semplice preghiera proprio per ottenere maggiore leggerezza, gioia e buonumore da Gesù che tutto può, in qualsiasi situazione ci troviamo.
Dammi o Signore, una buona digestione
ed anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo,
col buonumore necessario per mantenerla.
Dammi o Signore, un’anima santa,
che faccia tesoro di quello che è buono e puro,
affinché non si spaventi del peccato,
ma trovi alla Tua presenza
la via per rimettere di nuovo le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,
e non permettere che io mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”.
Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo,
concedimi la grazia di comprendere uno scherzo,
affinché conosca nella vita un po’ di gioia
e possa farne parte anche ad altri.
Amen.
Elisa Pallotta
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