“Noi siamo preparati a qualsiasi attentato avvenga a Roma”. Lo ha dichiarato il comandante in capo alle guardie svizzere, deputate alla protezione del Papa e del Vaticano, Cristophe Graf. E ha aggiunto: “È possibile che sia prossimo un attento a Roma, ma noi siamo pronti ad affrontarlo.”.
Nella seconda metà di agosto c’è stata la 27a assemblea generale delle Guardie svizzere, a Soleure nel cantone omonimo situato verso il Nord del paese. Il comandante ha tenuto a spiegare in maniera decisa e ferma che le guardie svizzere non sono solo un’attrazione per i turisti e i bravi fotografi, ma sono persone addestrate con le migliori tecniche per far fronte ai problemi di sicurezza dei nostri tempi. Certamente, ha ribadito, tenersi pronti per combattere il terrorismo è una delle nostre preoccupazioni primarie.
Infine, è stata anche illustrata la preparazione spirituale religiosa che ogni recluta, e poi guardia, riceve e coltiva. E a proposito di questo, si è detto molto preoccupato per la mentalità del mondo che avanza con argomenti distruttivi come il gender, l’omosessualità e altre questioni che i media non ci risparmiano.
A quanto pare, a proposito del reclutamento di giovani, sembrerebbe esserci stato un “effetto Papa“, che avrebbe attirato un numero maggiore di ragazzi disposti ad offrire 26 mesi della propria vita al servizio del vicario di Cristo in terra.
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