Molti si sono chiesti cosa ci facesse una religiosa in una aula di tribunale, e parecchi sono rimasti stupiti da quella presenza.
Suor Francesca ha solo 27 anni, ma, dopo aver indossato l’abito religioso, sarà lì in tribunale a difendere tutti coloro che non possono affrontare un processo penale perché poveri. La sua storia colpisce il cuore.
Una suora avvocato
Una laurea in giurisprudenza ma anche la scelta di abbracciare la vita religiosa. Questa è suor Francesca che, ben presto, arriverà in tribunale e aiuterà a difendere coloro che non hanno i mezzi economici per avere un avvocato.
“Perché voglio fare l’avvocato? San Francesco D’Assisi chiedeva di vivere in povertà, che per lui significava lavorare con le proprie mani per vivere da poveri in mezzo ai poveri. Oggi per la maggior parte delle persone, avere un processo pendente rientra tra le povertà del nostro tempo” – ha spiegato la religiosa in un’intervista al Corriere.
Il suo stare in tribunale ma non passare inosservata
Per quanto possibile, cerca di passare inosservata in tribunale, assiste alle udienze per completare il suo tirocinio e, poi, affrontare l’esame di Stato da avvocato. Ma sono in molti a restare stupefatti dalla sua presenza in un luogo “poco adatto” ad una suora.
Sono in molti quelli che, anche fra gli avvocati, che la scambiano per una testimone e non per una di loro. Ma quando sanno che, davanti, si trovano un avvocato, lo stupore diventa “un’attesa di confrontarsi con lei in aula quanto prima”.
Suor Francesca: “Sarò al servizio dei poveri”
La congregazione di Suor Francesca le ha dato l’autorizzazione a completare i suoi studi e, anche a svolgere la sua professione perché sia un esempio del coinvolgimento attivo di un religioso nella quotidianità: “I religiosi sono sempre stati presenti in ogni strato della società. Sono al servizio dei poveri” – ha commentato.
Da un paese della provincia di Salerno, a Roma per studiare e per dire quel SI alla chiamata di Dio. perché, come ripete sempre Suor Francesca, lei sarà sempre al servizio dei poveri.
Fonte: corriere
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ROSALIA GIGLIANO