La decisione del preside dell’istituto scolastico comprensivo di Porto Tolle, Fabio Cusin, di non permettere l’accesso nel plesso al vescovo locale monsignor Adriano Tessarolo, ha generato una dura polemica. Non solo i cittadini veneti hanno ritenuto il diniego una scortesia, ma anche l’assessore all’Istruzione della Regione Veneto, Elena Donazzan, si è espressa con durezza nei confronti del dirigente scolastico sostenendo che la sua è stata: “Una scelta assurda, illogica, figlia di un laicismo estremo e fazioso”.
Rientrata la polemica sulle parole di don Favarin riguardo all’allestimento del Presepio nelle case, dunque, in Veneto si torna a discutere del rapporto tra società e fede. La discussione è imperniata sulla laicità degli istituti statali e dunque si ricollega a quella fatta settimane addietro sulla legittimità della presenza di crocifissi all’interno delle aule scolastiche. Viene da chiedersi dunque quale danno avrebbe potuto arrecare la visita di monsignor Tessarolo all’istituto, ma a tal proposito il preside ha risposto direttamente al religioso in una lettera circostanziata.
Nella lettera in questione il dirigente scolastico precisa innanzitutto che non gli è arrivata alcuna richiesta da parte del monsignore ma che gli è stata ventilata l’ipotesi di una visita dal suo predecessore. In seguito spiega di aver rifiutato la visita quando il sindaco di Porto Tolle glielo ha chiesto: “Effettivamente risposi che, essendo la scuola laica, ritenevo inopportuna la presenza di un rappresentante di una confessione religiosa, seppure largamente maggioritaria come la Religione Cattolica”.
Insomma a differenza di quanto si potesse pensare, non si tratta di una forma di rispetto nei confronti delle minoranze, ma dell’applicazione alla lettera del laicismo che dovrebbe contraddistinguere gli istituti pubblici. Nel prosieguo della lettera, infatti, il preside cita gli articoli 7 e 8 della Costituzione in cui viene esplicitato che lo Stato è un Entità giuridica distinta dalla Chiesa e che in quanto tale è parimenti sovrana, motivo per cui secondo Cusin: “Anche la scuola è laica e aconfessionale”. Il diniego, ciò nonostante, non vuole essere una chiusura a future collaborazioni con la diocesi, nella lettera infatti si legge che qualora fosse prevista una specifica attività didattica legata alla visita del monsignore non vi sarebbero problemi di sorta a permetterla, poiché in tal caso verrebbe rispettato il pluralismo delle idee.
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Luca Scapatello
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