Prete benedice cellulari dov’è lo scandalo?

 

Ha destato molta curiosità e interesse fra i media nazionali e internazionali,  l’iniziativa innovativa di Don Alessandro Palermo, 30 anni, che ha invitato i fedeli a portare,  martedì 12 dicembre, nella chiesa di San Matteo a Marsala dove è parroco, i loro telefoni cellulari per benedirli,  al termine della veglia in occasione dei festeggiamenti  di Santa Lucia.

 (Un giovane sacerdote siciliano ha invitato i fedeli a portare i loro smartphone in chiesa domani così può dare una speciale benedizione alla vigilia della festa di Santa Lucia, la santa padrona della vista). Si legge in un articolo del quotidiano londinese “The Times”.  La notizia è rimbalzata su molti media nazionali e internazionali e stasera, durante la veglia, saranno presenti diversi giornalisti e operatori fra cui: La Vita in diretta, Tgcom24 e TvSat 2000.

Ecco le sue parole, di certo non si aspettava di suscitare un tale interesse anche nei media:

Il Times

“Mi auguro che sia un incontro partecipato” fa sapere quasi preoccupato il giovane Don – forse ancora non del tutto consapevole di tutta quest’attenzione mediatica. “Gli occhi e lo sguardo vanno educati, protetti, tutelati anche quando guardiamo lo schermo del nostro cellulare – fa sapere Don Alessandro Palermo –  Non è solo una questione di salute (stare troppo con gli occhi fissi su uno schermo può fare male), è anche una questione morale. Cosa guardo? Cosa mi piace guardare? Cosa desidero quando guardo una persona, una sua foto o un suo pensiero? Si può anche peccare con lo sguardo. I cellulari sono degli oggetti, dei dispositivi tecnologici, con cui gli esseri umani entrano in comunicazione tra di loro. Aiutano l’uomo a comunicare. Con l’avvento di Internet e dei social media e con lo sviluppo tecnologico, i cellulari sono diventati anche strumenti che ci permettono di fare tante cose. Oltre che comunicare, con il proprio smartphone fotografiamo e registriamo esperienze, relazioni, eventi, etc. Vengono usati soprattutto per accedere al proprio profilo digitale, perché tutti oggi possiedono un profilo social media. Un oggetto, quindi, per molti considerato importante e soprattutto un oggetto che teniamo sempre attaccato a noi”.

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