“Preferirei essere morto o dare le dimissioni!”. Con queste parole, riprese da Francesco, Papa Paolo VI liquidava la questione dei preti sposati.
Lo mette in luce un libro del reggente della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza, dal titolo “Paolo VI. Non esistono lontani” (edizioni San Paolo). La questione del celibato dei preti è infatti tornata in auge negli ultimi anni, in particolare attorno al dibattito relativo al Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia.
All’interno della Chiesa, infatti, ci sono stati molti porporati che hanno spinto per uno stravolgimento della dottrina cattolica su questo specifico punto. Alcuni vescovi infatti parlavano di una presunta apertura rispetto alla possibilità di ordinare preti sposati in quei luoghi in cui vige una particolare penuria di sacerdoti.
Il sinodo aveva chiesto, nell’ottobre 2019, a Papa Francesco di introdurre l’ordinazione di uomini idonei e riconosciuti dalla comunità dando loro la possibilità di avere una famiglia legittimamente costituita e stabile. Papa Francesco, con la grazia del Signore, ha risposto seccamente di no.
Quindi non c’è stata nessuna apertura ai preti sposati, nonostante il malcontento di molti ambienti che vorrebbero snaturare la Chiesa fino a renderla una istituzione in tutto e per tutto uguale al mondo.
Nel dare la giustificazione della sua decisione ai giornalisti che lo interpellavano a proposito, nel volo di ritorno da Panama, il Papa citò proprio Paolo VI, il Santo Papa di Concesio.
“Per quanto riguarda il rito latino, mi viene alla mente una frase di Paolo VI: preferisco dare la vita prima di cambiare la legge sul celibato“, disse Bergoglio ai giornalisti. “Questo mi è venuto in mente e voglio dirlo perché è una frase coraggiosa, lo disse nel 1968-1970, in un momento più difficile di quello attuale”.
Insomma quei documenti ora rivelati nero su bianco da padre Sapienza riflettono esattamente il pensiero di Papa Francesco su questa tematica. “Io penso lo stesso di S. Paolo VI solo con una differenza”, è quanto poi scrive il Papa stesso a padre Sapienza. La differenza è che “lui è un santo”, aggiunge Bergoglio con il suo solito umorismo, che lo fa concludere dicendo al Reggente: “..e non le venga in mente di sposarsi”.
Il documento inedito che è emerso dagli Archivi della Segreteria di Stato del Vaticano e che è stato anticipato da Adnkronos riporta un colloquio di Papa Montini con l’arcivescovo di Utrecht, il cardinale Bernard Alfrink, avvenuto il 10 luglio 1970.
Il commento di Padre Sapienza mette in risalto “la sfumatura delle parole e dei sentimenti di Paolo VI durante il colloquio”. Frasi come “bisogna essere espliciti; bisogna tenere fermo; crederebbe di tradire la Chiesa; introduciamo una decadenza da cui non si guarisce più; non sono convinto; non avrei la coscienza tranquilla”. Prima del fatidico: “preferirei essere morto o dare le dimissioni”.
I due infatti ebbero un duro botta e risposta discutendo proprio del tema dei preti sposati. L’arcivescovo olandese desiderava già allora che la Chiesa diventasse sempre più simile al mondo, mentre invece Papa Montini restava ben saldo alla Dottrina, alla Tradizione e al Vangelo.
Rispondendo: piuttosto la morte o le dimissioni. “Sarebbe uno sconvolgimento”, diceva seccamente Montini. “Sarebbe la rovina“, incalzava ancora.
Giovanni Bernardi
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