Potrebbe essere il primo caso in Italia (mentre, in altre Nazioni, già accade), quello di un ragazzo, finito nei guai con la legge, per più di una volta, a causa di una vita sregolata e qualche dipendenza, a cui potrebbe essere derubricato (ossia cancellato dalla rubrica in cui era stato scritto) completamente il reato commesso.
L’Associazione “Lunghi cammini”, infatti, ha proposto per lui, in alternativa al processo e alla pena, il cammino di Santiago de Compostela, con tanto di programma personalizzato, da rispettare alla lettera, e approvato dal giudice.
Il Presidente dell’Associazione “Lunghi cammini”, la prima e l’unica in Italia di questo genere, si impegna a sostenere i ragazzi problematici, proponendo, in alternativa ad un iter giudiziario, un iter spirituale, in collaborazione con altri organi, preposti al recupero dei soggetti, come il Sert.
Così, il ragazzo in questione, negli ultimi tre mesi della sua vita, si è alzato all’alba, per mettersi in cammino: “Ho scoperto che camminare è un pensatoio”, ha commentato al suo ritorno.
Ha camminato, fino ad arrivare alla sua meta e ritorno, per un totale di circa 1500 chilometri, rinunciando ad alcool, stupefacenti, al telefono cellulare e avendo a disposizione circa 40 euro al giorno, per mangiare e dormire.
Il ragazzo era costantemente seguito da un accompagnatore, che non lo ha mollava per un attimo e che, quotidianamente, era tenuto a firmare un documento, in cui rendeva conto della condotta del suo protetto, passo dopo passo -è il caso di dire.
L’accompagnatore si chiama Fabrizio che, per assolvere questo compito particolarissimo, “ha messo in pausa la sua vita per tre mesi, diventando la sua ombra”.
Ora, la storia di questo ragazzo, che ha compiuto un viaggio interiore, oltre che fisico, tra luoghi che invitano a riflettere sulla maestosità del Creato e sull’importanza della vita, come dono di Dio, verrà vagliata dal giudice del Tribunale minorile di Venezia, che valuterà se derubricare o meno il suo reato.
Antonella Sanicanti