Può la conversione al cristianesimo essere una minaccia, o peggio, una condanna a morte?
Questo è ciò che è capitato al Principe del Kuwait, che ha deciso di compiere un passo importante.
Una situazione che ha dell’incredibile, solo perché accaduta in un Paese arabo. Il Principe Reale del Kuwait, avrebbe deciso di convertirsi al cristianesimo, portando scompiglio sia nella sua reale casata, sia nel suo intero Paese, cosi morigerato e a stragrande maggioranza musulmana.
La prova della conversione
Secondo i media locali, ci sarebbe una registrazione che comproverebbe il principe affermare “la sua conversione e il suo incontrare faccia a faccia Gesù Cristo”. Se la registrazione fosse vera, questa sarebbe la condanna a morte del principe. La notizia è venuta fuori da fonti medio-orientali, ed il Principe sarebbe Abdullah al-Sabah, famiglia regnante in Kuwait da secoli e, da sempre, di religione musulmana.
“Non ho paura di diventare cristiano”
Abdullah non si è fatto intimorire ed ha dichiarato: “Sono stato io a dichiararmi favorevole alla diffusione di questo audio. Se venissi ucciso? Beh, arriverei al cospetto di Gesù Cristo con l’animo pulito senza averlo rinnegato“.
Il canale televisivo ha anche diffuso un’altra dichiarazione del Principe: “Sono felice di qualunque cosa mi possa accadere, perché nella Bibbia mi ha guidato sulla giusta strada”.
Le minacce dagli integralisti
In Kuwait, la maggioranza della popolazione è di religione musulmana, e la notizia diffusa della conversione del principe ha suscitato non poche polemiche. Le minacce sono arrivate, in particolare, dalle comunità islamiche più intransigenti: “L’Islam è la religione ufficiale nel Paese e non ammettiamo conversioni di nessuna maniera, né tanto meno da discendenti della casa reale”.
Anche se non sembra una minaccia vera e propria, la dichiarazione è stata chiara. Il non ammettere altre religioni significa privare la libertà di coscienza e di professione di religione diversa da altre.
Gesù Cristo non è venuto per portare scompiglio fra gli uomini, ma per portarli a credere sempre più nella benevolenza di Dio Padre. Nella speranza che il Principe del Kuwait perseveri nel suo intento e non torni indietro intimorito.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: LaStampa.it
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