Il Santo Papa polacco predisse un’invasione islamica dell’Europa? L’ipotesi circola da tempo: per molti queste parole furono un monito per il Vecchio continente.
Quando alcuni anni fa queste parole vennero riportate in rete crearono un vero e proprio terremoto all’interno della comunità cattolica e non solo. Papa Giovanni Paolo II, ora canonizzato dalla Chiesa cattolica, fu il protagonista di un vero e proprio papato “carismatico”. La sua figura era segno di un baluardo a difesa di un mondo in cui i valori spirituali andavano sempre più decadendo, che ha portato alla società secolare in cui oggi siamo immersi.
Wojtyła fu il Papa che chiese di spalancare le porte a Cristo, che si donò totalmente a Maria ed essere la sua patria in terra, la Polonia, a nazione ideale, dando in qualche modo vita a una vera e propria teologia della nazione. Non esitò mai a mettere in luce la Verità cristiana, e lo fece con grande coraggio e determinazione.
Tuttavia, Wojtyła fu anche un grande attore morale per la scena internazionale. Fu vero e proprio artefice della caduta del comunismo, liberando così l’umanità da questa grande piaga che fin dalla sua origine fu il vero cavallo di Troia di una concezione materialista della storia e della società destinata a sfociare nell’ateismo, e nella lotta più bieca alla verità di Dio.
Fu anche un Pontefice di grande intelligenza politica, che saldò pienamente i legami della Chiesa con gli Stati Uniti e rinsaldò quindi una visione spirituale del mondo occidentale. Allo stesso tempo, per molti Giovanni Paolo II fu anche l’ideatore e il propugnatore dello Spirito di Assisi, di quella preghiera interreligiosa che gettò le basi per un vero e proprio mondo di pace e di fratellanza umana, oggi portato avanti con grande forza da Papa Francesco.
Tuttavia, evidentemente, conosceva bene lo sfondo delle paure che molti intellettuali prospettano da decenni, riguardanti il rischio di una scristianizzazione crescente del Vecchio continente, che a causa dell’impossibilità di vivere senza una dimensione religiosa della vita avrebbe aperto le porte non a Cristo ma all’invasione da parte del mondo islamico nel nostro continente. Complici quelle élite “mondialiste” che, con una strategia ben organizzata, puntano all’omologazione di tutte le religione, nell’obiettivo di una loro – in questo modo – inevitabile cancellazione.
A rivelare questa paura del Pontefice polacco, mai apertamente manifestata, fu Monsignor Mauro Longhi, durante un convegno in cui parlò di una vera e propria visione che avrebbe avuto, in vita, Giovanni Paolo II. Un’episodio sconvolgente che sarebbe avvenuto nell’eremo “Santi Pietro e Paolo” di Bienno, in Val Camonica, nel marzo del 1993, che il santo polacco avrebbe descritto con parole precise.
L’aneddoto, con tutta evidenza, non era mai stato raccontato da nessuno, prima di quel momento. Monsignor Longhi era infatti amico di lunga data di Giovanni Paolo II, e quando venne a conoscenza di questo fatto fu per lui un vero e proprio sconvolgimento. “Avevo posato lo sguardo su di lui pensando che poteva aver bisogno di qualcosa, lui però si accorge che io lo guardo, aveva il fremito nella mano, era l’inizio del Parkinson”, raccontò il religioso.
“Caro Mauro, è la vecchiaia..”, disse il Papa. “Ma no, Santità, lei è giovane”, rispose il Monsignore. Fu in seguito in quel momento che si verificò la visione mistica del Papa. Raccontò Longhi: “Ecco allora che Wojtyla cambia tono e voce e facendomi partecipe di una delle sue visioni notturne, mi dice: Ricordalo a coloro che tu incontrerai nella Chiesa del terzo millennio. Vedo la Chiesa afflitta da una piaga mortale. Più profonda, più dolorosa rispetto a quelle di questo millennio”.
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Poi continuò spiegando di che minaccia si trattava. “Si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’Occidente all’Oriente“. Wojtyla individuò con previsione quali erano le nazioni dalle quali questa invasione avrebbe avuto luogo: Marocco, Liba, Egitto e altri paesi “sino alla parte orientale”. “Invaderanno l’Europa, l’Europa sarà una cantina, vecchi cimeli, penombra, ragnatele. Ricordi di famiglia. Voi, Chiesa del terzo millennio, dovrete contenere l’invasione. Ma non con le armi, le armi non basteranno, con la vostra fede vissuta con integrità”.
Come noto, Giovanni Paolo II ebbe sempre uno spiccato lato mistico. Wojtyla infatti spesso parlava “con Dio incarnato, Gesù”, vedendo “il suo volto” e anche “il volto di sua madre”, commentava il Monsignore. Ciò accadde fin dai tempi della sua prima Messa, celebrata il 2 novembre 1946. Tuttavia, non ci sono prove di quanto affermato pubblicamente dal monsignore, riguardo a questa visione mistica del santo polacco.
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A commento di questa vicenda sconvolgente, tuttavia, il sito Vatican Insider ricordò come sia “estremamente improbabile per Papa Wojtyla essere iscritto nei ranghi di coloro che vorrebbero una nuova Crociata Spirituale“, in quanto “uno dei principali architetti del dialogo con l’Islam”, portando ad esempio il discorso che fece ai giovani musulmani a Casablanca nel 1985.
Nel contattare Monsignor Mauro Longhi al telefono, il sito riportò le parole dello stesso in cui spiegava di essere “rattristato dal fatto che le sue storie siano state usate dal pubblico” in vari modi. “Ricordo in un’altra occasione lui mi ha detto di aver parlato con la Nostra Signora che gli ha detto: La guerra non sarà tra religioni, ma tra atei e credenti, tra chi non ha Dio e chi vi crede”, commentò quindi Longhi.
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Di certo, resta una chiave interpretativa di quanto sta succedendo al giorno d’oggi, sotto i nostri occhi in Europa, dove purtroppo ci sono quartieri di alcune nazioni europee in cui si rischia di perdere letteralmente il controllo del territorio, e dove spesso rischia persino di insinuarsi il terrorismo di matrice islamica, come visto negli scorsi anni. Ma resta anche una soluzione ben chiara di fronte a questo rischio: la fede in Gesù Cristo, vissuta con integrità. Perché le armi, come avrebbe detto Giovanni Paolo II, che conosceva bene il valore della pace e che lottò a lungo contro la dottrina della “guerra giusta”, non basteranno.
Giovanni Bernardi
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