La protesta degli studenti Lgbt costa il posto al professore

cancellato il corso ad un docente universitarioUna manifestazione di protesta da parte di un gruppo di studenti Lgbt è costato il corso di filosofia su Hegel al rinomato docente universitario Philippe Soual.

Quanto successo al professore di Filosofia Philippe Soual, membro della società internazionale di studi su Hegel e del centro Cartesio della Sorbona a Parigi, all’Università Jean Jaurès di Tolosa ha dell’incredibile. Il docente avrebbe dovuto tenere un corso di studi su Hegel (di cui è uno dei massimi esperti) a partire dallo scorso novembre fino ad aprile prossimo. L’impegno di lavoro è stato però cancellato quando un gruppo di studenti facenti parte di un’associazione Lgbt (Union des EtudiantEs de Toulouse) lo ha accusato di far parte ed essere portavoce di ‘Manif pour Tous’, associazione di stampo cattolico che nel 2015 ha protestato contro l’approvazione dei matrimoni omosessuali.

L’associazione studentesca ha diffuso per tutto il campus dei volantini contro il docente nei quali era possibile leggere: “Un luogo dove amiamo essere istruiti, nel quale non dovremmo sentirci vulnerabili e giudicati, apra le porte a questo genere di persone e a questo genere di discorsi. Noi moriamo ogni giorno nel mondo, siamo aggrediti, emarginati, violentati. Che cosa ne sarà del nostro dipartimento? Che accoglienza, che sostegno si vogliono dare alle minoranze?”. Il corpo docenti ha preso visione del volantino ed ha deciso di sospendere il corso del professor Soual, per rispetto delle istanze degli studenti.

Professor Soual: “La libertà intellettuale non è più ammessa”

Intervistato dal quotidiano ‘Le Figaro‘, il professore ha specificato di non essere portavoce di ‘Manif pour tous‘, ma di aver semplicemente partecipato ad una conferenza sull’antropologia all’Université d’Etè. Soual se l’è presa quindi con la mancanza di libertà d’opinione che regna nella società occidentale ed ha sottolineato come tale mancanza sia molto più grave in un luogo in cui le idee ed il dibattito dovrebbero essere liberi come l’Università dove: “Alcune opinioni sono criminalizzate e stiamo assistendo sempre più a invettive e sospetti”. Queste riflessioni lo hanno portato a concludere che “la libertà intellettuale non è più realmente possibile”.

C’è poco da aggiungere alle parole del docente francese, è davvero possibile che al giorno d’oggi avere un’idea contraria a quella di una minoranza sia sintomo di pericolo per la libertà d’espressione? Quanto successo ci dice che è possibile: la sola presenza di un professore che si presumeva a favore del matrimonio tradizionale è stata sufficiente a generare una protesta veemente che ha insinuato lo spettro dell’intolleranza. Un’insinuazione che è stata bastevole per permettere l’estromissione di un’insegnante competente, senza nemmeno la possibilità di un contraddittorio. Se questa è la china che ha preso la società occidentale moderna, viene da chiedersi quali saranno gli sviluppi futuri.

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Luca Scapatello

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