Riuscite ad immaginare una preghiera senza il sostegno di Maria? Potrebbe esistere la devozione senza la consapevolezza che una donna così forte ed eccezionale abbia segnato la storia della salvezza e dell’umanità?
Maria è il simbolo dell’innocenza e dell’obbedienza, colei ha soffocato ogni pianto, ogni dolore, ogni angoscia nella fede assoluta; colei che trova il modo di seguire il disegno Dio, sempre e comunque.
E non è un progetto di poco conto, quello che le è stato riservato, perché le chiede di adottare tutte le creature e di elevarsi, addirittura, a madre del suo Creatore.
Maria è una donna che non si è lasciata vincere da nessun timore, non ha mai pensato di non potercela fare.
Anche oggi, nelle sue molte apparizioni in più parti del pianeta, parla del suo Figlio, proprio come farebbe una madre terrena, con ammirazione e fierezza, e cerca di accompagnarci a lui, perché comprendiamo il senso vero della nostra esistenza.
Maria, dunque, ci raccomanda cosa fare per rimanere della nostra vera essenza; per questo si è meritata, nel corso dei tempi, tanti appellativi, oltre a quelli dogmatici.
Come leggiamo nelle litanie, essi sono innumerevoli; a lei possiamo ispirarci in grazia, purezza, obbedienza, tenacia, intelligenza, fedeltà, saggezza; tramite lei possiamo essere soccorsi nella prova, consolati, guariti, diretti, protetti contro il male, perché possiamo giungere un giorno ad attraversare la porta del cielo.
La chiesa ha, inoltre, enunciato, per Maria, 3 diversi dogmi: come sempre Vergine (ossia Madre partoriente di Gesù, pur non avendo mai conosciuto uomo), come Immacolata Concezione (ossia concepita senza peccato originale, che invece accomuna ogni altro uomo) e come Assunta in corpo e spirito al Cielo (dopo il temine della sua vita terrena).
La risposta alla domanda del titolo potrebbe essere racchiusa proprio nelle affermazioni finora fatte. Fu probabilmente l’importanza di Maria, agli occhi degli uomini, a indicare, a Martin Lutero e alla sua sequela, di ridimensionare la figura della Madonna.
Lui, inizialmente, dichiarava l’intenzione di risanare la parte genuina della chiesa, volendo incentrare la dottrina cattolica sulla riscoperta della Parola di Dio, ripulita da ogni intervento umano, istituzionale (rifiutando anche l’autorità del Papa) e dogmatico (comprendendo in esso anche l’idea mariana che noi tutti abbiamo).
I principi luterani
Pensò che Maria, così com’era intesa dagli uomini del suo tempo, potesse offuscare la figura del Cristo; secondo Lutero, unico mediatore presso il Padre.
Per i Protestanti (genericamente indicati come Evangelisti), Lutero aveva tutte le ragioni per ribadire il “Solus Christus”, ossia che Dio, attraverso Gesù Cristo si dona generosamente all’umanità, essendo (Cristo) la Parola vivente di Dio, che agisce tra gli uomini, salvandoli dal peccato; il “Sola Gratia”, poiché l’uomo, per la sua natura da peccatore, non meriterà mai la salvezza, è Dio che salva, per sua grazia ed iniziativa; il “Sola Fide” nel Cristo che salva e che è venuto a portare i suoi prodigi, il perdono, la speranza e la giustificazione per fede, secondo cui Dio da la salvezza e l’uomo passivamente la riceve; il “Sola Scriptura”, in quanto la Bibbia, Parola realmente espressa da Dio, è l’unica fonte autorevole per il cristiano. Il Papa e i Concili non possono aggiungere granché.
Così, i Sacramenti dei Protestanti si riducono a quelli di cui parla il Vangelo, ossia il Battesimo e l’Eucarestia. Per quest’ultima, Lutero ritenne valida la consustanziazione (in luogo della transustanziazione), cioè la presenza, nell’ostia, della natura divina e materiale, nel contempo.
Maria per Lutero
L’importanza di Maria, anche per i Protestanti, non è comunque di poco conto. In un documento, di commento al Magnificat, fu Lutero stesso ad esaltarla in più punti.
Eccone un breve passo: “Le sue parole sono l’espressione di un grande amore e di una vivissima gioia, ciò spiega perché il suo animo e la sua vita si elevano nello spirito. Maria non dice: Io magnifico Dio, ma l’anima mia; come se volesse dire: tutta la mia vita e i miei sensi sono come sorretti dall’amore di Dio, dalla sua lode e dalla gioia che è in Lui, tanto che, non più padrona di me stessa, vengo elevata più di quanto io non mi elevi alla lode di Dio, come accade a tutti coloro che, pervasi da una dolcezza divina nello spirito, sentono più di quanto non riescano ad esprimere; lodare Dio con gioia non è, infatti, opera umana, ma è piuttosto un subire gioiosamente un’influenza che deriva solo da Lui, che non si può esprimere a parole, ma che si può percepire solamente con l’esperienza (…)”.
Da Lutero in poi, molti tentativi sono stati fatti perché la cristianità cattolica e luterana, tornino all’unione.
Speriamo che sia proprio Maria ad indicarci la retta via da seguire, per una riappacificazione subitanea, in nome del solo Dio.