Provita lancia la più grande campagna di sensibilizzazione sull’aborto della storia

Provita lancia la più grande campagna di sensibilizzazione sull'aborto della storiaL’associazione ‘Provita Onlus‘ continua la sua campagna di sensibilizzazione sull’aborto in giro per l’Italia con la più imponente iniziativa mai effettuata nel nostro Paese. La lotta dell’associazione contro la legge sull’aborto non si limita, dunque, alla manifestazione tenuta a Roma lo scorso sabato 19 maggio ed al rinnovo dell’appuntamento a Roma per il prossimo anno, ma si diversifica in una serie di attività tese ad informare i cittadini sulla posizione delle associazioni pro life. L’intento è quello di informare gli italiani sulle ripercussioni psicologiche che ha l’aborto sulle donne e convincerli del fatto che l’interruzione di gravidanza rappresenta un crimine assimilabile all’omicidio.

Provita presenta la campagna antiaborto nell’anniversario dell’approvazione della 194

La campagna, definita dall’associazione come “La più grande della storia” a favore della vita, è stata presentata alla Camera dei Deputati giorno 22 maggio, il quarantesimo anniversario dell’approvazione della legge sull’aborto. L’iniziativa, però, è cominciata lunedì 21 con una serie di camion vela con i manifesti propagandistici dell’associazione che hanno fatto il giro di alcune delle città più importanti d’Italia. La campagna si espanderà fino a 100 province in Italia con i camion vela che dopo aver fatto il giro delle strade cittadine si fermeranno in una piazza in cui gli attivisti pro life organizzeranno dei sit in di protesta.

Probabilmente l’iniziativa di utilizzare dei camion vela è nata dal fatto che tutti i manifesti affissi negli ultimi mesi sono stati successivamente rimossi dalle delegazioni comunali della città. In questo modo il messaggio che Provita lancia può essere veicolato per tutta la città senza bisogno che il manifesto resti affisso. La campagna ha già suscitato delle reazioni da parte dell’opinione pubblica e dell’opposizione, ferma nel sostenere che l’aborto è un diritto della donna ed in quanto tale non può essere tolto né sulla base di convinzioni personali né su quella di posizioni derivanti dalla appartenenza religiosa.

Luca Scapatello

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