Lo pischiatra Vittorino Andreoli mette in guardia: negli ultimi anni è cresciuta l’insicurezza e la sofferenza delle persone.
“Negli ultimi anni, la cosa che più mi colpisce è che le persone manifestano una grande insicurezza: un sentimento che c’è sempre stato, ma occupandomi degli uomini e in particolare dell’uomo che soffre, del ‘folle”, dell’uomo rotto, mi accorgo che è diventato un tema dominante”, ha spiegato lo psichiatra, autore del libro “Homo incertus”.
La riflessione di Andreoli sull’incertezza sempre più pressante che la società contemporanea vive in ogni settore, dalla famiglia alle relazioni sociali, fino ad elementi che incidono in profondità nelle persone, ci mette in mostra una realtà umana strettamente connessa al bisogno di rivedere le nostre priorità, da quelle economiche a quelle sociali.
Bisogna spodestare dal trono il dio denaro e rimettere al centro il Signore della vita, Gesù Cristo, l’unico che può traghettare l’umanità verso un posto sicuro. Altrimenti le nostre vite sono obbligate a interiorizzare sempre di più un senso di frustrazione e insoddisfazione che non le lascerà mai in pace.
”È un’insicurezza paralizzante che ci investe dentro di noi e fuori di noi. Il risultato è un uomo che finisce per vivere malissimo e per non fare nulla, che non ha nemmeno più il coraggio di agire”, spiega tristemente il professore. Che ricorda anche l’importanza del coraggio contro la paura. Il coraggio di cambiare, di lasciare tutto per mettere il Signore al primo posto, lo stesso coraggio che ci hanno testimoniato tanti santi della storia.
“Il coraggio è una parola importante che si lega alla paura: bisogna avere paura per aver coraggio, ma se la paura è in eccesso e diventa panico, non ci si muove più. Io vedo questo uomo che è lì che aspetta e non si sa cosa aspetti”, dice il medico. Insicurezza che nasce da dentro e da fuori. Se le domande infatti inizialmente sono sempre rivolte fuori, c’è bisogno di guardarsi dentro e rivedere le proprie priorità, anche in maniera radicale se necessario.
Parlando dei suoi pazienti, lo psichiatra ha spiegato che “è l’incertezza del futuro ad impaurirli. Viene fuori una società della paura in un mondo che vive costantemente in guerra, reale e figurata”. Le persone purtroppo avvertono sempre più “vento di guerra nel mondo”.
“Sappiamo che ci sono persone che hanno in mano una macchinetta e che in 15 minuti possono decidere di sganciare 3000 ogive scatenando un conflitto che non è così lontano da noi. E questo ci impaurisce. Ma non è solo una guerra con gli ordigni bellici quella che combattiamo. Non c’è un momento di pace neanche in quella che Platone chiamava la Res Publica”.
Guerra cioè che purtroppo riguarda tristemente ogni ambito della società, non solo la politica internazionale, ma anche il vicinato, i condomini, le scuole. Dove siamo addirittura arrivati ad assistere a genitori che “picchiano gli insegnanti. C’è un mondo fuori di noi in cui non c’è nulla che ci rassicuri“.
Evidentemente, lo psichiatra sta parlando della necessità di tornare alla fede nel Signore. Una verità che non tramonterà mai. Ma lui stesso sembra disilluso, pare non voglia ammettere questa verità, indiscutibile per un cristiano. La società moderna ha bisogno di tornare alla fede in Dio. “Ci sono Chiese dove non si respira più il Trascendente”, dice Andreoli. Che aggiunge, alcune “sono chiuse”.
Le incertezze arriverebbero, a detta del professore, dalle assicurazioni, dal sistema pensionistico o quello sanitario. “La Sanità dovrebbe darti sicurezza e invece c’è il terrore di entrare in un ospedale”. Tutte ragioni sacrosante. Ma che non contemplano però “l’insicurezza che aleggia dentro di noi: uno potrebbe dire ‘io vivo in un mondo disperato, ma dentro di me ho la pace’, invece neanche questo ci è concesso”.
Nelle relazioni sociali, infatti, “oggi consumiamo i sentimenti come un tempo si consumavano le scarpe”, dice. Riconoscendo che con facilità “si buttano via rapporti di anni”, e “sembra si sia perso il senso dei legami: uno dice ‘non mi trovo più con quello o quella e chiudo’. Ma è la tua storia, è il tuo passato, dico io”.
“Tutto ciò che era legame adesso diventa rottura. Non intravedo alcun elemento né interno che esterno che possa essere un appiglio capace di donare sicurezza. La famiglia, si dirà. Ma è il luogo dove c’è maggiore violenza”. “Come siamo arrivati a questo punto?”, domanda la giornalista di Huffington post con un tono che sa di disperato.
“Non abbiamo più alcun principio e viviamo in una società che pare si “diverta” a spaventarci”, risponde Andreoli. I cristiani questo principio però ce l’hanno, rispondiamo al professore. Si chiama Gesù Cristo, ed è venuto al mondo per la Salvezza dell’umanità. Non ci sono alternative: solo una fede piena nel Signore dell’amore e della vita, che è Via, Verità e Vita, potrà salvarci. E potrà permettere a questo mondo “sazio e disperato”, per ricordare le parole del Cardinale Giacomo Biffi, di ritrovare la strada della giustizia e della pace.
Giovanni Bernardi
fonte: huffingtonpost.it
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