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In punto di morte dichiarazione shock: “Il gender è un inganno, non date retta a chiacchiere”

Robert Alexis Arquette è stato un attore poliedrico capace di interpretare sia ruoli da donna che ruoli  da uomo, in molti si ricorderanno di lui per il suo ruolo nel film cult di Tarantino ‘Pulp Fiction’, o per il suo personaggio nella famosa sitcom anni novanta ‘Friends’, ma quasi nessuno è a conoscenza che nel 2006 si è sottoposto per un operazione per cambiare il sesso e che da quel momento è diventato un icona del mondo LGTB.

 

La sua è stata un esistenza tormentata non si riconosceva come uomo ed ha prima cominciato ad avere rapporti omosessuali, poi deciso di cambiare gradualmente aspetto diventando transessuale ed  infine donna. Queste scelte hanno avuto una conseguenza grave, a causa di rapporti non protetti ha contratto l’AIDS, quella malattia lo ha lentamente ucciso, ma lo ha anche convinto che tutto ciò per cui aveva lottato era semplicemente futile: sebbene fosse ormai esteriormente una donna, Robert non si sentiva a suo agio, in cuor suo sapeva di non esserlo e questo lo faceva soffrire, mettere vestiti da donna e cambiare sesso non lo avevano cambiato biologicamente, si sentiva sempre un uomo.

 

Durante gli ultimi giorni di vita ha confessato ad un suo amico fraterno, Sham Ibrahim: “Il gender è una str*****ta… mettersi un vestito non cambia nulla a livello biologico. Né lo fa il cambiamento di sesso… La riassegnazione del sesso è fisicamente impossibile, l’unica cosa che si può fare è modificare delle caratteristiche esteriori, ma la biologia non potrà mai cambiare”.

 

Insomma il suo malessere non era dovuto al fatto di sentirsi donna, perché semplicemente non si sentiva di appartenere nemmeno a quel genere, il suo male era di diverso tipo, una depressione esistenziale la cui origine non aveva compreso nessuno. Forse quel vuoto che sentiva era dovuto ad un assenza di fede, non sentiva Dio dalla sua parte, tant’è che in punto di morte, quando aveva abbracciato la fede e l’idea di un paradiso ha confessato ai fratelli la verità sul suo dolore: “Nei giorni prima della sua morte, ci ha detto che stava per andarsene, e che dove stava per andare ci sarebbe stato un solo genere”.

 

Il male di quest’uomo, morto a soli 47 anni, era dato da una società in cui le differenze vengono fatte pesare dal giudizio esterno, un giudizio superficiale e maligno che lo ha portato a cercare risposte in luoghi dove non poteva trovarle acuendo quella sensazione di vuoto e malessere che lo ha accompagnato per tutta la vita.

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