La preghiera del saluto dell’Angelo a Maria, è la più bella che si possa innalzare alla Madonna. Parole semplici ricche di significato. Ma la recitiamo in modo corretto?
Un fedele pone ad un teologo una domanda specifica su di una frase che è nella preghiera dell’Ave Maria.
Ave Maria: quali le parole giuste?
È la preghiera che impariamo a recitare sin da bambini, quando vogliamo rivolgerci alla nostra Mamma celeste. L’Ave Maria: perno principale della recita del Santo Rosario, ma anche l’orazione e l’invocazione che innalziamo alla Vergine nei nostri momenti di difficoltà e non solo.
A Lei ci rivolgiamo in ogni nostra necessità, nelle tribolazioni e nei mali che ci affliggono, perché sappiamo che possiamo trovare sempre aiuto e consolazione. L’Ave Maria è fatta di parole semplici, le stesse che usò l’Arcangelo Gabriele quando le portò l’annuncio della sua divina maternità.
Quando preghiamo la Vergine con le parole dell’Ave Maria, ci sentiamo trasportati verso di lei: alziamo lo sguardo e incrociamo quello suo di Madre, dolce e premurosa che è lì, pronta, ad ascoltare ciò di cui abbiamo bisogno.
Ma la recitiamo tutti alla stessa maniera? Un fedele ha posto una domanda molto particolare e specifica ad un teologo su di un verso, in particolare, di questa preghiera, come scrive Famiglia Cristiana. Quando recitiamo questa preghiera, ad un certo punto, c’è chi dice “del tuo seno” e chi, invece, recita “del seno tuo”.
“Del tuo seno” o “del seno tuo”?
Ma qual è la “versione” (se così possiamo definirla) corretta? Il teologo, dalle pagine di Famiglia Cristiana, parte dall’inizio, da quando le preghiere sono state trasportata dal latino (così come venivano prima recitate) all’italiano: “Le traduzioni in italiano, per quanto riguarda la frase in questione, non erano allora omogenee. In un libretto del 1905 si trova “del grembo tuo”. Nel catechismo di Pio X, c’è “del ventre tuo”, che negli anni ’40 diventa “del seno tuo” – spiega.
La situazione cambia a partire dal 1967, quando come voluto dal Concilio Vaticano II, l’italiano diventa anche la lingua della liturgia della Messa: “[…] La Conferenza episcopale italiana ha presentato una versione ufficiale di tutte le preghiere cosiddette “del buon cristiano o comuni”. E’ stabilito che nell’Ave Maria si debba dire: “del tuo seno” – conclude il teologo.
L’altra versione, quindi, possiamo capire che non è quella corretta né scelta dai Vescovi. Una risposta chiarificatrice per uniformarci tutti alla recita dell’Ave Maria, in particolare durante la preghiera del Santo Rosario comunitario affinché sia più armonioso anche l’ascolto.