Come si fa a pregare bene, senza distrarsi? Ci sono delle “istruzioni” particolari da seguire, oppure dei momenti particolari della giornata?
Un sacerdote risponde alla domanda di una fedele. Certe volte ci sembra, quasi, scontato, pregare. Molto spesso lo facciamo per abitudine. Ma siamo sicuri di pregare sempre bene e in ogni occasione? Cerchiamo di capire meglio.
La preghiera è il perno indispensabile della nostra vita e, ogni giorno, è giusto iniziare con la preghiera e con il pensiero rivolto a Dio che ci accompagni per il resto della giornata. Ma siamo sempre sicuri di saper “ben pregare”?
Un fedele ha posto questa domanda ad un sacerdote: “Mi è sorto un dubbio: per pregare BENE, cosa, come, dove e quando devo pregare?”. All’apparenza può sembrare una domanda stupida e di poco senso ma penso che non è scontato. Per “cosa” intendo quale preghiera fare, per “come” intendo come entrare in un clima giusto di preghiera affinché porti frutto.
Poi il “dove”, invece, apro e chiudo una piccola parentesi, provengo da una famiglia non praticante che disprezza la Chiesa e la fede e per tale motivo mi è sempre difficile trovare un luogo della casa in cui pregare, per questo motivo vi porgo questo quesito. Infine il “quando” pregare, perché mi è molto difficile trovare uno spazio nella giornata da dedicare alla preghiera essendo uno studente di scuola superiore”.
Una domanda alla quale Padre Angelo risponde con chiarezza: “Forse ti potrà sembrare scontata la risposata che ti do, perché si tratta di una cosa normale, a portata di mano. Ma in una cosa tanto importante per la nostra vita, come è la preghiera, il Cielo non ci chiede cose impossibili o difficili […]
Il Signore ha insegnato a pregare e ha detto: “Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”. Il Signore che non abbandona mai la Chiesa. Sta insieme con lei fino alla fine del mondo e continua ad insegnarle a pregare”.
Importante è la preghiera del Santo Rosario: “Negli ultimi due secoli in rivelazioni private ma approvate dalla Chiesa, come a Lourdes e a Fatima, ha chiesto di pregare col Santo Rosario. Il Rosario non fa altro che rendere presente la vita di Gesù con la quale noi entriamo in comunione. È una preghiera che permette a Gesù di conformare la nostra vita con la sua. E lo fa attraverso la mediazione di Maria.
Come si è servito di Lei per portare se stesso agli uomini, così col Santo Rosario si serve di Maria per portarci Se stesso e il suo Santo Spirito. Con il Rosario preghi BENE, perché non si tratta di una fugace preghiera (che di per se stessa ha già grande valore) ma permette di stare con il Signore per una certa porzione della nostra giornata. Il Rosario richiede un qualche lasso di tempo, che è prezioso perché il Signore possa mettere il suo cuore accanto al nostro e perché possiamo fare la stessa cosa con Lui.
Se lo viviamo bene, è un tempo in cui Gesù viene a illuminare, ad operare in noi, a riversare grazie, a trasformare e a santificare la nostra vita. Per uno come te, che probabilmente non ha l’opportunità di andare a Messa tutti i giorni, il Rosario diventa uno dei momenti più ambiti e più proficui della giornata, perché è come un andare ad attingere grazie” – spiega il sacerdote.
Ma come si fa a pregare bene? “Come prima cosa, mentre con le labbra proferiamo il Padre nostro e le Ave Maria, con la nostra mente e con il nostro cuore ricostruiamo la scena menzionata nel mistero nel convincimento che il Signore in quel momento non vuole semplicemente ricordarla, ma riviverla con noi e per noi. In tal modo il vangelo entra dentro la nostra vita.
La seconda cosa da fare consiste nel ringraziare il Signore per l’evento compiuto e che adesso viene a ripetere a nostro favore. La terza consiste nel supplicare Dio Padre di darci questa o quella grazia in virtù dei meriti di Cristo, in particolare di quelli legati all’evento che Cristo è venuto a ripetere nella nostra vita con quella decina del Santo Rosario. Ti accorgerai in breve che questa preghiera è meravigliosa e straordinariamente potente” – continua.
Padre Angelo spiega, anche, dove e quando pregare bene: “Mi dici che in casa tua è difficile pregare perché vivi in una famiglia non praticante e che disprezza la Chiesa. Istintivamente mi verrebbe da dire: prega nella tua camera. Ma nel caso che tu non avessi una camera, avresti almeno un tavolo su cui studiare e scrivere. Ebbene, questo può diventare il luogo della tua preghiera fatta nel bel mezzo dello studio.
Mentre si studia è facile sentire l’ispirazione a pregare. Questa preghiera diventa addirittura come un intervallo che permette di sospendere per un attimo, di riposare e di ricuperare le energie. Tra i luoghi in cui pregare vi può essere anche la Chiesa o un oratorio. È sempre rinfrancante andare in Chiesa durante la giornata e pregare nel silenzio recitando il proprio Rosario. Ma il dove può essere anche la strada, il treno o l’autobus che prendiamo, soprattutto se scegliamo di stare in silenzio e in raccoglimento.
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È vero che sei studente, ma puoi pregare al mattino presto, appena alzato da letto, anticipando la sveglia di dieci minuti o un quarto d’ora. Oppure puoi pregare la sera prima di andare a dormire. Oppure nel pomeriggio fra uno studio e l’altro. È importante però determinare il momento, perché se lo si lascia al caso, si può correre il rischio di rimandarlo in continuazione e infine di perderlo” – conclude il sacerdote.
Fonte: amicidomenicani
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