I motivi del silenzio di Dio possono essere molti e, difficilmente, noi esseri umani, riusciremo a concepirli tutti.
Perché la nostra attesa non fomenti il risentimento nei confronti di un Dio che sembrerebbe ignorarci, è bene, probabilmente, tentare di darci delle risposte, sottolineando il fatto che avere la massima fiducia nel Signore è l’atteggiamento più proficuo e idoneo, per coloro che si professano cristiani.
Uno dei motivi per cui Dio non ha ancora esaudito la nostra preghiera potrebbe essere che ciò che chiediamo non è nella sua volontà.
Nel Padre Nostro diciamo: “Sia fatta la tua volontà”, ma sappiamo realmente crederci?
Professare la fede in Dio significa anche affidarsi a lui, con la massima tranquillità, liberandoci da ogni angoscia che possa farci supporre che lui non ci ami, quanto ha detto di amarci.
E’ necessario imparare a lasciare che Dio operi nelle nostre vite, indipendentemente da ciò che gli abbiamo domandato, da ciò che ardentemente e irrinunciabilmente desideriamo.
Lui sa meglio di noi cosa è bene e cosa è male, perciò fidiamoci e preghiamo -piuttosto- che accresca la nostra fede.
Non è facile per nessuno, in certi momenti, accettare il silenzio di Dio. Spesso le nostre preghiere sono disperate e tentano di salvare qualcuno dei nostri cari dalla malattia, dal dolore. Umanamente è difficile accettare che la volontà di Dio sia altro, ma opporci a lui potrebbe arrecarci ancora più danno.
Dovremmo stare attenti, infatti, a non cadere nell’inganno del demonio, che approfitta di ogni nostra debolezza per inculcarci la convinzione dell’abbandono del Padre.
Ricordate come soffriva Giobbe, quando credeva di essere stato lasciato in balia degli eventi?
“Io grido a te, ma tu non mi rispondi, insisto, ma tu non mi dai retta. Tu sei un duro avversario verso di me e con la forza delle tue mani mi perseguiti; mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera. (…) Ma qui nessuno tende la mano alla preghiera, né per la sua sventura invoca aiuto. Non ho pianto io forse con chi aveva i giorni duri e non mi sono afflitto per l’indigente? Eppure aspettavo il bene ed è venuto il male,
aspettavo la luce ed è venuto il buio”.
Giobbe non rimase inascoltato a lungo e, poi, comprese, il disegno di Dio per lui!
Nei momenti in cui è difficile accettare il silenzio di Dio, pensiamo a Gesù, nell’orto degli ulivi, quando si trovò a chiedere ciò che mai avrebbe potuto ottenere: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!” (e parlava della morte in croce a cui era destinato, senza aver commesso alcuna colpa), ma poi aggiunse: “Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
Antonella Sanicanti
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