Il termine Quaresima deriva da “40 giorni”. Ma questi quaranta giorni hanno un significato particolare? E poi, sono proprio quaranta? Questa infatti, è la domanda di una fedele.
Anche perché consideriamo questi giorni come “canonici”. La Quaresima e i suoi 40 giorni: ma perché sono così tanti? C’è un calcolo ben preciso da rispettare?
Intorno alla Pasqua e ai giorni che la precedono, accanto alla fede, un po’, ci aiuta anche la matematica. La risposta di un teologo ci chiarisce meglio le idee.
Perché 40 giorni?
Il termine Quaresima deriva da “40 giorni”. Ma cosa sono questi 40 giorni? Hanno un significato particolare? E poi, sono proprio quaranta? Questa infatti, è la domanda che una fedele ha posto sulle pagine di Famiglia Cristiana: “Nei 40 giorni della Quaresima, si contano anche i giorni della Settimana Santa e le domeniche?” – scrive.
La risposta del teologo arriva chiara e precisa, partendo da quella che è l’attuale struttura dell’anno liturgico. Esso, infatti, è “il risultato di una progressiva evoluzione storica per poter celebrare e comunicare sempre la stessa fede secondo le esigenze pastorali di ogni epoca” – spiega.
Ma da dove derivano questi 40 giorni? Andiamo per gradi. Alla fine del V secolo, e ancora oggi nel rito ambrosiano, la quaresima iniziava di domenica (1º giorno), durava cinque settimane complete (5×7=35 giorni) e si concludeva il giovedì della settimana santa (con l’ultima domenica di Quaresima e altre quattro ferie, cioè altri cinque giorni), per un totale di quaranta giorni esatti. E fin qui nulla da eccepire.
I calcoli fatti nella storia: non sono mai 40 giorni esatti
Alla fine del V secolo l’inizio venne anticipato al mercoledì precedente la prima domenica (altri quattro giorni), e furono inclusi il Venerdì santo e il Sabato santo nel computo della Quaresima, arrivando così in tutto a 46 giorni. Poiché le sei domeniche di Quaresima non sono giorni di digiuno, in tutto il tempo di Quaresima rimangono quaranta giorni esatti di digiuno ecclesiastico prima della Pasqua.
Il teologo, sulle pagine di Famiglia Cristiana, continua: “[…] Gregorio Magno trovò scorretto considerare come penitenziali anche le sei domeniche. Pertanto per ottenere i 40 giorni (che senza le domeniche sarebbero diventati 36!) anticipò, per il rito romano, l’inizio della Quaresima al mercoledì, che diventerà “delle ceneri”.
La Quaresima, quindi, termina prima della Celebrazione della Messa in Coena Domini ma, “per ottenere il numero 40, escludendo le domeniche, bisogna, come al tempo di Gregorio Magno, conteggiare anche il triduo pasquale” – conclude il teologo.
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Cosa dicono i Papi in merito?
Ma anche i Papi hanno dato delle spiegazioni. Giovanni XXIII, nel 1960, distinse, dentro il tempo quaresimale, il “Tempo di Quaresima”, che comincia con il Mercoledì delle ceneri, dal successivo “Tempo della Passione”, che comincia con i Vespri della I Domenica della Passione (ossia V Domenica di Quaresima). Aggiunge che, la settimana che comincia con la II Domenica della Passione, è chiamata Settimana santa e che gli ultimi tre giorni (interi) di questa settimana sono designati come Triduo Sacro.
Paolo VI invece, nel 1969, decretò che “il Tempo di Quaresima decorre dal Mercoledì delle ceneri fino alla Messa «Cena del Signore» esclusa“. Si distingue il Triduo pasquale, che “ha inizio dalla Messa «Cena del Signore», ha il suo fulcro nella Veglia pasquale, e termina con i Vespri della domenica di Risurrezione”.
Per questo la Quaresima dura dal Mercoledì delle ceneri fino al Giovedì santo, per un totale di quarantaquattro giorni.
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