Quando il lavoro diventa una missione: oltre la fatica quotidiana

Il lavoro ha un profondo valore che va al di là della fatica quotidiana. Ogni attività lavorativa, in qualsiasi forma essa si trovi, è una collaborazione con il divino al fine di perfezionare la natura. Con le parole di uno dei più grandi Santi della storia, capiamo al meglio come il lavoro può diventare un’opportunità di crescita.

Lavoro
Il lavoro come forma di collaborazione con Dio – LalucediMaria

Il lavoro è una delle dimensioni più importanti che caratterizza l’esistenza umana. In qualsiasi forma esso si trovi, da quello più semplice a quello più faticoso, il lavoro non rappresenta solo un mezzo per guadagnarsi da vivere. Esso, infatti, rappresenta una vera e propria opportunità per realizzare sé stessi e, soprattutto, collaborare al bene della collettività. Ad impartirci un fondamentale insegnamento su questa tematica è Giovanni Paolo II, uno dei Pontefici più amati della recente storia della Chiesa. Il Santo ha riflettuto molto a fondo sul significato del lavoro e su quello che rappresenta il suo valore spirituale. Una delle intuizioni più grandi del Pontefice riguarda il legame tra il lavoro e la collaborazione con Dio. Questo è un concetto che ci invita a riflettere e a guardare il lavoro non solo come una necessità quotidiana, ma come una missione vera e propria.

Il lavoro come atto di collaborazione con Dio

Più volte Giovanni Paolo II si è soffermato a parlare dell’importanza e del ruolo del lavoro nelle vite degli uomini. Una di queste occasioni è rappresentata da uno dei suoi pensieri più importanti: “Non sempre il lavoro è facile, piacevole, soddisfacente; talvolta può essere pesante, non valutato, non ben retribuito, perfino pericoloso. Bisogna allora ricordare che ogni lavoro è una collaborazione con Dio per perfezionare la natura da lui creata, ed è un servizio ai fratelli” (fonte: pensieri di Giovanni Paolo II). Un altro grande scritto dell’allora Pontefice, in merito a questa importantissima tematica, è l’enciclica “Laborem Excercens”, del 14 settembre 1981. Il pensiero di Karol Wojtyla in merito al lavoro è molto chiaro. Il Pontefice ha sempre sottolineato che lavorare non è un’attività materiale, ma un atto che ha una profonda dimensione spirituale.

Il pensiero di Giovanni Paolo II

Ogni tipologia di attività lavorativa, dalla più semplice a quella più complicata, rappresenta, così come Wojtyla ci insegna, una collaborazione con Dio per perfezionare la natura da Lui creata. In tal senso, il lavoro diventa una forma di co-creazione. Questo sta a significare che l’uomo, che è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, custodisce la natura e la creazione proprio attraverso il l’attività lavorativa, rendendola più fruibile per l’umanità intera. Ma lavorare significa anche altro. Ci insegna Giovanni Paolo II che quest’ultimo rappresenta anche un servizio per i fratelli. Infatti, in un mondo nel quale la competizione e il successo del singolo individuo sembrano aver preso il sopravvento, Karol Wojtyla ci ricorda che il lavoro rappresenta un’opportunità per contribuire al bene comune. Tutto ciò, al fine di migliorare le condizioni di vita degli altri e costruire una società più giusta e solidale. Nel pensiero del Pontefice, si esce dall’ottica del “mezzo per ottenere denaro” e si entra nell’ottica della vocazione che ci unisce a Dio e agli altri.

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