Lo scambio della pace ha un suo significato molto importante. Spesso lo sottovalutiamo e pensiamo che si tratti semplicemente di “una stretta di mano”. Ma non è così.
È uno dei segni che durante il periodo del Covid, è stato messo da parte nel corso della celebrazione Eucaristica.
Il teologo risponde pienamente alla domanda di un fedele proprio su questo argomento.
Il vero valore del segno della pace
A molti può sembrare una semplice stretta di mano, ma in realtà il suo significato è molto più intrinseco e profondo. Rappresenta una delle parti più importanti della celebrazione eucaristica, il dono della pace che dal cuore di ogni singolo fedele va e passa a chi gli è accanto. Quel dono che Gesù ha fatto agli Apostoli dopo la resurrezione (“Vi lascio la pace, vi do la mia pace”) oggi arriva a noi.
E siamo noi coloro che lo devono portare avanti, facendo in modo che esso mai vada perduto. Stiamo parlando proprio del “segno della pace” che ci si scambia durante la Messa. Nel pieno della pandemia Covid era stato momentaneamente accantonato per ragioni igienico sanitarie, per evitare di toccarsi o di abbracciarsi.
Poi, piano piano, si è ripresa l’abitudine, trasformandola però, in “sguardo di pace” e, in alcune parrocchie poi, il ritorno al segno di pace vero e proprio, con la canonica stretta di mano. Certo, anche in questi casi c’è qualcuno che esagera, spostandosi ad esempio, dalla prima panca in chiesa, per raggiungere la persona che conosce all’ultima panca, come se solo in quel preciso momento può e deve “scambiarsi la pace” con lei.
Ma in fondo, è sempre così? Il segno della pace è un segno meramente formale? La domanda di un fedele ad un teologo è stata molto precisa: “Il saluto di pace nella Messa mi sembra formalistico poiché si dà a soggetti che non si conoscono e con i quali non si hanno rapporti”.
Un teologo risponde sull’importanza del segno
Ecco come, dalle pagine di “Famiglia Cristiana”, un sacerdote teologo ha risposto: “Si nasce maschi e femmine, ma uomini e donne si diventa. Allo stesso modo, poiché la grazia si incarna nella natura, «cristiani non si nasce, ma si diventa», come scrive Tertulliano. I sacramenti celebrano una comunione con Dio e con il prossimo che è in divenire.
Il segno della pace, come tutti gli altri riti liturgici, esprime un ideale di comunione che siamo chiamati a realizzare nell’accoglienza della parola di Dio e con la forza dello Spirito Santo”.
Ma cos’è, effettivamente, lo scambio della pace? “Il segno della pace non è un semplice “saluto”, né lo scambio della nostra fragile pace, ma l’espressione rituale della nostra disponibilità ad accogliere la pace di Cristo per diventare strumenti di comunione; cioè per corrispondere liberamente a quel Battesimo che in Cristo ci ha resi tutti fratelli, ben oltre i vincoli di sangue o di amicizia” – conclude.