In quel momento straordinario, Gesù si dona a noi. È possibile quantificare il tempo che il Signore rimane nel nostro cuore?
La Santa Messa e il dono incommensurabile dell’Eucarestia, e quando torniamo a casa e alle nostre quotidiane attività, non dobbiamo dimenticare che Cristo è entrato in noi.
Per quanto tempo Gesù rimane dentro di noi?
Ci capita di partecipare a Messa e di fare le cose in modo abitudinario: entriamo, ci segniamo con il segno di Croce, prendiamo posto nell’assemblea, ascoltiamo la Parola di Dio, ci cibiamo dell’Eucarestia e poi torniamo a casa o alla nostra vita di sempre.
Ma non facciamo, o non prestiamo, mai la dovuta attenzione a cosa, in quel preciso istante è successo. Quando ci accostiamo alla Santa Eucarestia per riceverla, dalle mani del sacerdote o del ministro istituito, Cristo sta per entrare in noi, nel nostro cuore, e viene ad abitare in noi.
È il Corpo di Cristo che viene in noi. A volte, abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica di fermarci a meditare il mistero che in quel momento è avvenuto. È vero: dopo aver ricevuto la Comunione, si ritorna al proprio posto e, chi può, si mette in preghiera, per ringraziare Dio. Ma non sempre ci accorgiamo profondamente di ciò che è successo.
Tante sono anche le domande che ci poniamo, in particolare sul preciso momento durante il quale riceviamo il Signore nel nostro cuore. Una fedele, infatti, ha chiesto proprio “quanto tempo dura la presenza di Cristo Eucarestia in noi”. Una domanda semplice, ma che necessita di una risposta adeguata.
La risposta del teologo
A darla è un teologo: “Gesù ha voluto certamente legare la sua presenza sacramentale, vera ma non fisica, nei segni conviviali del pane e del vino sui quali, durante la Messa, vengono compiuti i gesti e pronunciate le parole stesse di Gesù nell’ultima cena” – spiega.
Gesù, donandosi con il suo corpo ed il suo sangue, stabilisce un reciproco rapporto d’amore con ciascuno di noi che, come spiega ancora il teologo, “va anche oltre il momento rituale vero e proprio”.
Durante la Messa, è presente e si attua “l’incontro fra Gesù e la Chiesa sua sposa amatissima”, continua il teologo. “Il rapporto d’amore supera il breve momento rituale e il nostro adorante ringraziamento è la vita vissuta quotidianamente in sintonia con gli stessi sentimenti dell’Innamorato” – conclude.
A specificarci ancora di più l’importanza di questo momento, è anche il Catechismo della Chiesa Cattolica. Al paragrafo 641 ci dice: “Gesù Cristo resta in noi con la sua grazia finché non si pecca mortalmente“. Un momento speciale, particolare che viene interrotto solo quando il peccato (quello mortale, facciamo attenzione) si insinua in noi, allontanandoci così dalla sua Grazia.
Gesù non ci abbandona
“La sua reale presenza resta in noi finché non si sono consumate le specie sacramentali” – conclude il Catechismo.
Non è soltanto il riceverlo “materialmente”, ogni giorno o ogni domenica, Gesù nel nostro cuore. E’ un pò come una piccola fiamma, la stessa che riceviamo il giorno del nostro Battesimo, che deve essere alimentata ogni giorno, per far sì che non si spenga mai.
Il nostro partecipare alla Santa Messa, l’ascoltare la Parola di Dio che viene proclamata e ricevere, poi, la Santa Comunione, ci arricchisce ogni giorno di più e ci aiuta a diventare annunciatori ed evangelizzatori, anche semplicemente uscendo dalle mura della nostra chiesa.
Gesù è sempre presente in noi, con noi ed accanto a noi, in ogni situazione o momento della nostra vita, anche se spesso non ce ne accorgiamo.