In questa prima domenica di Quaresima, riscopriamo l’importanza dello “stare a tu per tu con Dio”, perchè questo si trasformi in un tempo propizio
Il Cardinale Angelo Comastri ci accompagna alla scoperta del Vangelo di questa prima domenica di Quaresima, guardando al deserto per scoprire l’essenziale. Tante sono le cose che ci distraggono da Dio e, proprio in questo periodo così forte invece, riscopriamo il riavvicinarci a lui.
Il Vangelo delle tentazioni nel deserto è quello che ci ha accompagnato in questa prima domenica di Quaresima. Il deserto: quello che ci fa tanto paura ma che, certe volte, è essenziale attraversare per scoprire cosa è davvero importante nella nostra vita.
Il Cardinale Angelo Comastri ci aiuta, facendoci comprendere il brano letto questa domenica: “La vita è un cammino e gli anni sono come i kilometri della strada. Ma camminando nella strada è facile raccogliere polvere e, talvolta, anche fango. Così può accadere anche nella vita.
Con il passare degli anni, si può accumulare polvere nell’anima, può affievolirsi il fervore della fede […] può accadere che prendiamo ispirazione più dal mondo frivolo che ci circonda che dal Vangelo. Purtroppo è possibile”.
Ed ecco la Quaresima: un tempo per ritrovare coerenza fra la vita di ognuno di noi e il Vangelo: “Lo Spirito spinse Gesù nel deserto. Il deserto è il luogo in cui si riscopre l’essenziale che talvolta viene sommerso da un mare di banalità […] Per questo è necessario, ogni tanto, far pulizia, buttando via tante foglie secche per concentrarci sull’unica roccia, sulla quale possiamo appoggiarci per costruire la vita. E questa roccia è Dio” – continua il Cardinale.
Un esempio ci è dato anche da Santa Teresa d’Avila: “Tutto passa, solo Dio resta. Chi ha Dio non manca di nulla”: “La Quaresima è un tempo propizio per dare più spazio alla preghiera, preghiera personale e preghiera condivisa in famiglia. Quanto fa bene pregare, quanta pace immette nell’anima” – spiega Comastri.
Ma di cosa ha bisogno la preghiera? “La preghiera, per essere vera, ha bisogno di silenzio. Ha bisogno di far tacere le voci banali per ascoltare la voce di Dio […] Non è possibile e non è necessario che andiamo tutti nel deserto.
Però possiamo ritagliare tanti piccoli deserti nella nostra vita quotidiana. Una volta era più frequente la preghiera davanti a Gesù nel Tabernacolo. Le persone tornavano a casa con il cuore colmo di gioia, perché l’incontro con Dio lascia sempre un segno” – spiega.
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Il Cardinal Comastri conclude con un invito: “In questo tempo di Quaresima, programmiamo un momento di preghiera da soli davanti al Tabernacolo. La preghiera ci renderà trasparenti e chi ci incontrerà, se ne accorgerà”.
ROSALIA GIGLIANO
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